Vittorio Feltri smaschera Travaglio: "La cazz*** che ha scritto su me e Sallusti", la figura di palta di mister "Fatto"
Repetita iuvant, e io ripeto: Marco Travaglio non è affatto uno sprovveduto, anzi è un ottimo giornalista, la sua prosa è brillante, ma anche lui come tutti, qualche volta scrive cazzate, delle quali io mi intendo abbastanza. Ieri per esempio nel suo fondo giornaliero ha accusato Alessandro Sallusti di essere stato l'artefice della patacca su Dino Boffo, veicolata dal Giornale quando in realtà il direttore responsabile ero io. Tanto è vero che l'Ordine dei giornalisti sospese me e non lui per tre mesi come se avessi stuprato una bambina. Sallusti che era mio condirettore al massimo può essere considerato mio corresponsabile, ma sarebbe una forzatura.
In effetti il documento che accusava il direttore dell'Avvenire non era autentico, si trattava di una fotocopia. Tuttavia il contenuto raccontava un episodio vero. Tanto che Boffo si dimise dal vertice del quotidiano cattolico, e la chiesa si guardò bene dal trattenerlo. Qualche tempo dopo a Dino il Vaticano affidò la conduzione della propria televisione, dove egli non resistette a lungo: venne sollevato dall'incarico e sparì dalla circolazione, mentre io, che sarei stato il suo persecutore, sono ancora qui a rompere le balle. Travaglio si chieda perché, altrimenti siamo qui a prenderci per i fondelli. Chiaro il discorso?
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Proseguiamo. Marco scrive che Sallusti poi venne condannato agli arresti domiciliari per varie diffamazioni e graziato da Napolitano. Intanto le diffamazioni non erano varie ma una sola, causata da un articolo morbido vergato da Renato Farina. Poiché anche Travaglio è stato processato (ingiustamente) per lo stesso reato, dovrebbe sapere che la Corte costituzionale si è espressa contro il carcere per i giornalisti, quindi l'intervento dell'allora capo dello Stato più che una grazia fu un dovere, perché la libertà di stampa non è una barzelletta con cui i tribunali possono giocare a loro piacimento. Insomma, voglio dire che per attaccare me e Sallusti non c'è bisogno di inventare fandonie, sia io che lui siamo pieni di difetti e abbiamo commesso tanti errori, non quanti ne hai commessi tu, ma quasi. Un'ultima considerazione. I duelli tra colleghi sono leciti e in certi casi anche divertenti, però a una condizione: che rispecchino la realtà. Cosa di cui talvolta Travaglio si scorda. Nulla di grave, ma che palle.