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Vaccino, Renato Farina smonta le balle della sinistra: perché il centrodestra è sì vax

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I vaccini e i green pass sono di sinistra? Spingere a farsi inoculare il medicamento e a stabilire dei confini che i non vaccinati devono osservare sono diktat del progressismo internazionale e nazionale? È una balla colossale. Una vera e propria fake news. Essa accomuna gli opposti ideologici. Al complotto teorizzato da quanti, come il tragico monsignor Viganò, ritengono i vaccini trappole per schiavizzare i popoli, rispondono coloro che attribuiscono la spinta opposta e contraria a una congiura delle destre. Il sentimento che pervade media cartacei e televisivi egemoni è esattamente questo: vax di sinistra, no vax di destra. Esso intride i titoli e il tono del trio di ex grandi quotidiani, Corriere-Repubblica-Stampa; a La7 poi è di prammatica ovunque. È un classico esempio di falsificazione il collocare Giorgia Meloni e Matteo Salvini tra i no vax o tra gli scettici del siero, pur essendosi fatti pungere due volte e aver invitato tutti a questa pratica. A dar ragione a costoro provvede inopinatamente chi da destra attacca quanti come Libero si discosta da questa narrazione, e sostiene da sempre la campagna vaccinale e le misure per incoraggiare questa pratica che - lo dicono tutte le statistiche - riduce drasticamente il numero delle vittime.

 

 

 

 

 

 

È conformismo di sinistra stare con i vaccini? Maurizio Belpietro sulla Verità non ha dubbi. Condivide la dannata equazione di cui sopra e ci appiccica il bollino Wanted. Ha scritto, rivolgendosi a Feltri e Sallusti, e in qualche misura a Silvio Berlusconi che è il più vaccinista di tutti: «No cari signori, noi non ci adegueremo al pensiero unico. Non siamo il megafono di nessuno. Neanche del vostro conformismo che vi impedisce di vedere ciò che avete davanti agli occhi». Pensiero unico? Il pensiero unico è esattamente quello di cui si diceva all'inizio, non vedere la realtà, ritenere che la scienza, la ricerca, una politica sanitaria favorevole alle campagne vaccinali di massa siano una sorta di meraviglioso frutto o (in reazione a questa vanteria) uno schifoso cascame del progressismo. Siamo diventati pure noi di sinistra? Panzane sesquipedali. Il buon senso e l'idiozia sono nati prima del marxismo e del fascismo, e si danno tuttora capocciate a prescindere dagli schieramenti. Anzi a dirla tutta: la sinistra non ha affatto la primazia nella lotta al virus, né in Italia né nel mondo. La sinistra da noi si è distinta - con il governo giallorosso di Conte - nell'impreparazione e nell'occultamento delle responsabilità della Cina del compagno Xi, destinatario di compiacenti servizi del Tg1. E riguardo ai vaccini per l'incapacità di procurarseli e di iniettarli. Il governo sostenuto da M5S e Partito democratico ha preferito la giocosità dei banchi a rotelle e l'estetica dei padiglioni a forma di primula alla logistica delle siringhe.

 

 

 

 

 

 

Quando nel tardo autunno del 2020 la sinistra italiana dormiva sulla spalla fedifraga di Bruxelles, Libero propose un programma in tre punti: più vaccini, più vaccini, più vaccini, sulla falsariga del triplice piano di Berlusconi: meno tasse, meno tasse meno tasse. Qualcuno ricorda? L'estate del 2020 era stata buttata via con i ministri che scrivevano libri per gloriarsi della loro opera miracolosa (il mitico volume autoincensatorio di Speranza, ritirato precipitosamente, resta una delle tragedie minori ma imperiture provocate dal virus), mentre il Pd e Il Fatto rimproveravano alle Regioni di centrodestra di aver costruito ospedali, e di non smontare i reparti anti- Covid. A novembre era tornata la moria, e con la seconda ondata in accelerazione, Conte e compagni si erano accodati alla letargia dell'istituzione europea apposita che rallentava l'approvazione dei vaccini per consentire invano a una multinazionale francese di stare al passo di inglesi, americani e tedeschi.

 

 

 

 

 

 

Due domande con risposta. 1) Mentre i filosofi più famosi delle varie tonalità di rosso progettavano l'architettura ideologica no vax e l'equiparazione di qualsiasi divieto precauzionale a Stato poliziesco fascista (Giorgio Agamben, Massimo Cacciari, più moderatamente Gianni Vattimo), chi nel frattempo aveva dato una spinta formidabile, con finanziamenti miliardari, ai laboratori dove si elaborava il contravveleno? Donald Trump, che non è un adepto del pensiero unico e forse neppure tanto di sinistra. L'hanno fatto passare per visionario poiché puntava il dito contro il regime comunista quale fabbricatore e propagatore omertoso del virus, e indicava nell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) una succursale di Pechino. 2) Chi ha fatto marciare un piano di vaccinazioni a tambur battente? Boris Johnson da Londra, non diremmo un campione della sinistra morbidamente europeista. Per venire ai nostri giorni, sono gli stessi Trump e Johnson a spingere per le vaccinazioni, fosse pure la terza. Ma il campione della specialità è proprio colui la cui amicizia tutti rimproverano a Salvini e Meloni: Viktor Orban, il premier ungherese bestia nera e cristiana del pensiero unico. Ha detto un attimo fa, e gli opposti estremismi di Repubblica-Stampa e Verità-Il Fatto prendano nota: «Chi è vaccinato non è in pericolo. I non vaccinati, invece, rischiano la vita. Esorto tutti a vaccinarsi, perché nessuna misura di protezione è sufficiente, solo il vaccino serve. Le altre misure rallentano la diffusione del virus, ma non ci proteggono. Non dobbiamo credere alle illusioni». PS: Perché qui non si sono citati scienziati, ma leader politici, e indicato la responsabilità di giornalisti e filosofi famosi? Semplice. La scienza è mediata dai referenti giornalistici e politici. Non c'è nulla da fare. Si crede non a chi è competente, sulla base di punteggi, ma si dà fiducia a chi si stima. Guai a chi ne abusa.

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