Greta Thunberg vuole fare il salto all'età della ragione? Allora vada a pontificare da Xi Jinping
Come si dice bla bla bla in cinese? Se Greta Thunberg e le truppe climaticamente corrette vogliono davvero fare il salto all'età della ragione, dagli itinerari in barca con Pierre Casiraghi alla lotta politica, è questa la domanda che dovrebbero porsi. Ieri la giovane Erinni dell'ecofondamentalismo globale si è presa il lusso di cazziare i cosiddetti "grandi della Terra", riuniti a Glasgow in suo nome e già totalmente succubi della sua agenda. Un'evidente dinamica sadomasochista, in cui la frusta la impugna chiaramente lei, e giù scudisciate: «I veri leader non sono là dentro, i veri leader siamo noi». Se vogliamo entrare nella realtà e lasciare per un attimo la sua caricatura allucinata, sempre ieri è arrivata una notizia più saliente di tutte le moine colpevolizzanti in scena alla Cop26, e non nel senso gradito al gretinismo: la Cina ha aumentato la produzione giornaliera di carbone di un milione di tonnellate, portandola a oltre 11,5 milioni.
Lo ha annunciato la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma (Ndrc), uno dei mille tentacoli del Politburo comunista. Il quale è tecnicamente il più grande inquinatore del globo terracqueo: il Dragone, sulle ali del nuovo "balzo in avanti" imposto da Xi Jinping, è responsabile del 29,9% di emissioni del mondo. Da sola la Cina emette ogni anno 13 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, più di Stati Uniti ed Europa messi insieme. Ecco allora una magnifica occasione per Greta la "vera leader", Greta l'eroina byroniana, Greta un po' infallibile Cassandra e un po' indomita Giovanna d'Arco: organizzi un bel sit-in della meglio gioventù green davanti allo Zhongnanhai. Lo Zhongnanhai (che significa "comando e governo della nazione") è un complesso di edifici nel centro di Pechino, sede del Partito e del governo della Repubblica popolare (i quali come in ogni totalitarismo che si rispetti coincidono).
Se Greta ritiene che il cambiamento climatico dovuto all'inquinamento umano (una tesi contestata da cretini come Antonino Zichichi, che a 16 anni invece di bigiare in yacht studiava) sia l'emergenza fondamentale della nostra epoca, vada al cuore del problema. Che guardacaso è lo stesso della pandemia, lo stesso dello squilibrio commerciale dovuto alla concorrenza sleale, al nuovo schiavismo: la Cina. Certo, è più difficile che prendersela con l'Occidente intontito dal politicamente corretto e scodinzolante davanti alle sue treccine, lo capiamo. Ma che diamine, lei è una "vera leader".