Ddl Zan, Roberto Formigoni: sull'omofobia una vittoria di buon senso, si torna alla libertà
Quando Enrico Letta divenne segretario del Pd, nel marzo 2021, il suo primo solenne impegno fu: «Approveremo al più presto il ddl Zan senza modifiche». Evidentemente il soggiorno parigino non aveva fatto bene al politico pisano, che deve aver frequentato troppo i salotti radical-chic della capitale francese, dove i sentimenti e i bisogni del popolo, soprattutto italiano, non sono molto di casa. Mercoledì scorso infatti il ddl Zan è stato bocciato da una chiarissima votazione del Senato: 154 sì, 131 no, 2 astenuti su una mozione che chiedeva "tecnicamente" il suo rinvio in commissione, praticamente il suo affossamento.
C'è anche un particolare che conferma per un'ennesima volta il motto latino Quos vult perdere Jupiter dementat, e cioè "La divinità rende pazzi coloro che vuol mandare in rovina": fino al mattino dello stesso mercoledì i calcoli degli strateghi del Pd, di Zan e dei suoi accoliti, davano la mozione perdente con almeno otto voti di scarto, poi ha vinto di 23 come abbiamo visto. È stata la vittoria del buon senso, della rivolta contro chi voleva togliere la libertà di opinione e di espressione, della rivolta contro chi predicava l'odio e la discrimazione volendo imporre il proprio modello di famiglia, di rapporto tra uomo e donna, tra genitori e figli.
Ricordate? non si doveva più parlare di madre e padre ma di genitore 1 e genitore 2, non si poteva più dire che la famiglia è formata da un uomo e una donna, ed eventualmente dai figli, perchè ci possono essere altri "modelli", non si poteva più dire che per generare un figlio occorre una donna e un uomo perché secondo loro e le loro manipolazioni disumane anche due uomini possono produrre un figlio, basta mischiare i semi e ingravidare a pagamento una donna - generalmente povera e del terzo mondo - e trattarla come un'incubatrice meccanica, farle generare il figlio, che è anche figlio suo, l'ha portato e sentito lei nel grembo per nove mesi, e poi strapparglielo appena partorito per non farglielo rivedere mai più, perchè nessun documento ne parlerà, anzi i documenti ufficiali "testimonieranno" che quei due uomini disumani sono i genitori di quel bambino orfano, privato per sempre di una madre che non vedrà mai.
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Attenzione: discriminare un o una omosessuale con parole, insulti, atteggiamenti o in qualunque altro modo è e rimarrà sempre un reato in Italia, e sarà punito duramente secondo una legge che già esiste. Ma ci sarà la libertà di dire che la famiglia è composta da una donna e un uomo senza il rischio di essere processati. E soprattutto ai nostri figli sarà risparmiata nelle scuole la giornata ufficiale del gender, in cui si insegna che il sesso non è un fatto naturale, ma dipende da come ti senti. Evviva il ritorno al buon senso e alla libertà!
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