No Green pass, tracollo reale e morale: ecco dove si è consumata la Caporetto delle proteste
Per favore, i bambini sul palco, usati come scudo per blindare con l'innocenza una manifestazione non autorizzata, questo no. È accaduto a Padova durante un raduno di quei no vax e/o no greenpass che da 14 sabati in nome della libertà schiacciano la libertà del prossimo di scegliere dove passeggiare, sedersi su una panchina, entrare in una bottega. Se potevano esserci ragioni di simpatia (e nel qui scrivente abbondavano, eccome, sconfinando nell'ammirazione, davanti alla fermezza dignitosa dei lavoratori di Trieste investiti dai getti degli idranti), sono evaporate in delusione. Ci era rimasta nella memoria l'immagine di bambini, primi anni '70, sventolanti il libretto rosso di Mao. Sappiamo com' è finita quella storia: malissimo. Il metodo dice inesorabilmente la qualità della causa: pessima. Usare le creature per chiedere l'elemosina del consenso toglie qualsiasi nobiltà morale alla protesta no vax e no greenpass. Sappiamo bene che la grande maggioranza dei sostenitori di queste teorie sono brave persone. Ma esporre il volto e il corpo dei figli in battaglie civili che poi da troppe parti si sono trasformate in assalti incivili rappresenta il segnale più palese della Caporetto del movimento che oggi dichiara di combattere una dittatura sanitaria che non esiste.
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ARMATURA SANITARIA
Una Caporetto doppia. La numero uno (1) è quella morale e politica, di cui abbiamo trattato fin qui. La seconda disfatta è quella indicata da numeri sempre più testardi nel dar ragione al modello vaccini + greenpass dell'Italia, che ha risparmiato al nostro popolo morti e dispersi, feriti e crollo economico. È un fatto: ad essere il Paese numero 1 nelle inoculazioni e nell'obbligo del greenpass si muore di meno. Ci si contagia ancora anche se vaccinati? Certo che sì. Le fiale Pfizer e Moderna non sono parafulmini assoluti, perché il Covid è una brutta bestia, ma il virus si rompe i denti sull'armatura vaccinale, e se trapassa le difese comunque arriva spossato al traguardo del contagio. Caporetto numero 1, di tipo moral-politico. Dei bambini abbiamo detto. Quello di Padova speriamo resti un fatto isolato. Di fatto le manifestazioni più imponenti si sono dimostrate veicolo di un virus ideologico totalitario, altro che resistenza ad un presunto regime di polizia sanitaria.
Del resto il citato movimento, dopo aver avuto una fase realmente di popolo in chiave anti-globalista e nemica delle élite, è stato cannibalizzato da presenze aliene numericamente minoritarie ma infestanti anima e immagine. Si è passati da una base messa insieme dalla valutazione negativa dei vaccini e da una istintiva allergia a qualsiasi permesso burocratico o sanitario, ad un mostro politico a più teste, tutte cattive, a dispetto della buona gente che gli dà retta. A vincere sono state le teorie che propugnano un'idea di libertà che vuole la disarticolazione di qualsiasi istituzione, Stato e Chiesa, linguaggio e scienza. Furono elaborate alcuni decenni fa in Francia (Foucault, Derrida) e oggi sono state fatte proprie dai filosofi progressisti (Agamben, Vattimo e Cacciari) autentici maestri del sospetto/complotto. Hanno confezionato un minestrone ideologico ad uso di compagini che hanno un connotato nazistoide o da anarchia insurrezionalista. Il problema non sono le idee di costoro, che se le tengano, ma il fatto che questa egemonia sia accettata in testa ai cortei e sapientemente mescolata. Queste presenze non parlano soltanto; usano le mani, i sassi, in attesa di qualcosa di più letale.
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A Roma abbiamo assistito - con l'incredibile servizio di accompagnamento delle forze dell'ordine - all'assalto dei facinorosi di estrema destra contro la Cgil; in Milano a tenere banco sono anarchici da guerriglia ed ex brigatisti passati al fronte no Tav e poi a quello no vax, oltre che il gruppo para-nazista della Comunità militante dei Dodici raggi. Risultato? Caporetto assoluta di credibilità morale. Ormai la grande maggioranza della gente comune è stufa di dover sottostare alle bizze di chi, in nome del proprio diritto (e va bene così) a sottoporsi a certi trattamenti sanitari, toglie il diritto alla società (fatta di persone) di erigere barriere contro l'invasione del virus e di impedire che qualcuno le disfi a comodo suo, nuocendo anche alla ripresa economica. Sono tante le aziende manifatturiere in difficoltà a causa di chi, non volendo vaccinarsi, si mette in malattia. Ma le commesse per l'estero vanno alla malora anche quando nel Nord Est, come si apprende, in una settimana sono più di centomila coloro che si sono assentati: nessuno li rimpiazza e si perdono contratti. E la causa sarebbe la libertà e la salute da tutelare per tutti? Ma va' là. Come la mettiamo con la prof non vaccinata che a Bologna avrebbe (vale il condizionale) seminato il contagio tra colleghi e studenti?
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PREGIUDIZI IDEOLOGICI
Caporetto numero 2. I numeri, se presi con onestà intellettuale, dichiarano la capitolazione delle tesi no vax e no pass. Si sente ripetere: l'Italia è il solo Paese al mondo, salvo qualche tirannia orientale, dove sia in vigore il passaporto vaccinale o comunque la prova del tampone negativo per lavorare e avere pieno accesso in qualsiasi luogo pubblico. E allora? Siamo al colmo. Per una volta che siamo i più bravi e determinati nell'aggredire la pandemia, mandando al diavolo la macchietta cialtronesca dell'italiano pressapochista, ecco che ci ritroviamo assediati da una minoranza di sciagurati in lotta disperata contro il buon senso, ma soprattutto contro i numeri. I quali affermano che noi stiamo meglio degli altri, forse perché per una volta siamo meglio del resto del mondo. Merito di un numero di vaccinati ormai intorno all'85%. E la ragione è anche il greenpass, ottimo stimolo a superare paure irrazionali e pregiudizi ideologici. In Austria si va verso il lockdown causa scarsità di vaccinati e esubero di terapie intensive. In Gran Bretagna va male, perciò Boris Johnson sta pensando a misure analoghe a quelle italiane. In Russia nelle ultime 24 ore ci sono stati 1.075 decessi (in Italia 24) e 37.678 nuovi casi. Qual è il problema? Solo circa un terzo dei 146 milioni di russi è stato vaccinato. Il Paese del Bengodi per i no vax. Ma forse soprattutto per il Covid e per le pompe funebri.