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Alessandro Sallusti, quello che Brunetta non considera: "Un po' come Forza Italia senza Berlusconi"

Alessandro Sallusti
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Renato Brunetta si mette alla testa con coraggio della fronda di Forza Italia contraria a patti di ferro con Lega e Fratelli d'Italia che in questo momento coincide con la fronda contro Silvio Berlusconi che quel patto lo ha sancito. C'è voglia di centro in Forza Italia e questo non solo non è una novità ma e pure cosa ovvia: Forza Italia è per definizione centrista. Questo lo sa bene anche Berlusconi - il più centrista dei centristi - che a differenza di Brunetta nel '94, quando scese in politica, si fece un'altra domanda: come fa un partito di centro a battere le sinistre, vincere le elezioni e governare il Paese? Semplice, alleandosi alle destre- la Lega di Bossi e An di Fini - che tra l'altro allora erano più populiste e più destre di quanto non lo siano oggi.

 

 

Nacque il bipolarismo e sia pure con alterne fortune la cosa funzionò. A occhio non mi sembra che oggi ci sia un'alternativa a questo collaudato schema: tutte le non sinistre unite contro tutte le sinistre a loro volta federate. Brunetta dice che no, così non va perché lui coi populisti non vuole avere nulla a che fare. Legittimo ovviamente, ma non capisco il passo successivo. Come dovrebbe presentarsi alle elezioni Forza Italia stante che oggi non abbiamo una legge proporzionale pura dove ognuno fa per sé e poi si vede dopo il da farsi? Da sola? Morta. Insieme agli scissionisti di sinistra Renzi e Calenda? Impossibile, inutile nei numeri e antistorico perché nessun elettore di Forza Italia voterebbe Renzi e nessun renziano e nessun calendiano, cioè nessuno di sinistra, voterebbe Brunetta anche se in questa tornata sta dando da ministro, giudizio condiviso un po' da tutti, prova di grande capacità ed efficienza.

 

 

Temo che Brunetta debba arrendersi all'evidenza che in Italia il centro non esiste, o meglio non esiste elettoralmente parlando anche se poi chiunque vinca di fatto dopo si posiziona al centro che è l'unico luogo di governo possibile. Il rischio dell'euforia che ha accompagnato l'avvento (benedetto) di Draghi è pensare che possa esistere una maggioranza Draghi senza Draghi. Che è un po' come dire - indipendentemente da cosa possa pensarne il bravo Brunetta che possa esistere Forza Italia senza Berlusconi.

 

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