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Luciana Lamorgese, Vittorio Feltri: "Perché con lei ogni cretino la fa franca", una tragica verità sul ministro

 Luciana Lamorgese

Vittorio Feltri
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I disordini di piazza non sono una novità di questi giorni, fanno parte di una antica tradizione italiana e non solo italiana. Le vive democrazie in quanto tolleranti o troppo elastiche concedono libertà anche a chi non la merita. Le ultime prodezze dei ribelli si sono registrate recentemente a Roma, suscitando ovviamente aspre polemiche: le manifestazioni contro il Green pass sono sfociate in violenze bestiali e ciò non poteva che alimentare l'indignazione. Si dice che i disordini siano stati provocati dalla foga dei fascisti e la cosa non stupisce. È noto che sono sempre gli estremisti esaltati a cagionarli, oggi come ieri e l'altro ieri.

 

 

Nonostante questo dato di fatto, ogni volta che si scatena la rabbia popolare noi siamo colti impreparati. Le forze dell'ordine sono prese di sorpresa e vengono sopraffatte da vari picchiatori indefessi. Purtroppo ho vissuto da cronista il Sessantotto e i turbolenti anni successivi che furono tormentati non solo da manifestazioni sanguinose di protesta, agguati e pestaggi: Ramelli fu massacrato dai giovanotti di Avanguardia Operaia solo perché era di destra, ma nessuno si sognò di chiedere lo scioglimento del gruppo. All'epoca uccidere un fascista non era un reato ma un dovere del proletariato. Poi la platea fu invasa dai terroristi delle Brigate rosse e di Prima Linea che praticavano quotidianamente lo sport dell'omicidio perpetuo.

 

 

Per un paio di lustri il nostro Paese fu trasformato in campo di battaglia. Nessuno ricorda quel periodo perché infanga la reputazione della sinistra estrema, fucina di delitti. Quello che sta accadendo ora, al confronto di quanto accadde allorché dominavano le bande proletarie, è roba da asilo infantile. Non ci vorrebbe niente per neutralizzare i facinorosi. Basterebbe mobilitare i celerini di Scelba e i carabinieri in numero sufficiente e gli incidenti sarebbero azzerati. Invece al vertice del Viminale abbiamo una gentile signora, la Lamorgese, la quale pur essendo una persona perbene non è in grado di soffocare neppure la rivolta delle zanzare, pertanto qualsiasi cretino che mena le mani e assalta la sede della Cgil la fa franca.

 

 

A capo del governo abbiamo un gran signore, Draghi, che tutti rispettiamo e spesso veneriamo, a cui però non possiamo chiedere di trasformarsi in comandante della polizia. Egli in fondo è un ottimo banchiere, non è all'altezza di mobilitare i manganellatori di Stato, isoli capaci di contrastare i delinquenti. In parole povere, se vogliamo porre fine agli assalti cui abbiamo assistito poche ore fa c'è una soluzione soltanto: chiedere agli agenti di fare il loro mestiere, cioè reprimere le sommosse prima che dilaghino e mettano a repentaglio la serenità dei cittadini onesti, la maggioranza.

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