Ilda Boccassini, lo sfregio alla moglie morta di Giovanni Falcone: "Che notte...", Pietro Senaldi picchia duro
«Che notte…». Narcisismo, volgarità ed egocentrismo non vanno mai in pensione. Per la serie «io sono Ilda, la pm rossa, e di tutti
gli altri, chissenefrega», la Boccassini, ormai nonna, ci ha tenuto a far sapere al mondo delle sue notti magiche inseguendo Giovanni Falcone, di cui si dichiara innamorata, fino in Argentina, con Gianna Nannini come colonna sonora. Sposato lui, sposata lei, la magistrata racconta i suoi tormenti di giovane mamma, costretta dal lavoro a lasciare a casa i figli piccoli che piangono. Ahi, che dolore, ma l'Italia chiamò. Il suo libro di memorie ricorda le sue requisitorie: un solo protagonista, la voce narrante, e tutti gli altri come comparse.
Ai partigiani da salotto Durigon non basterà. Senaldi: l'obiettivo grosso si chiama Salvini
Luna di miele in top class con il procuratore anti-mafia, soli, a spese del ministero della Giustizia, per interrogare il boss, «abbracciati perore, parlando e di tanto in tanto dedicandoci ai possibili sviluppi dell'indagine». Verdetto? Assolta per incapacità d'intendere e volere. Il tradimento non è reato, e ormai quasi neppure peccato, ma l'accusa di cattivo gusto la rossa se la merita tutta. Ese poco le importa dei suoi famigliari, che tanto la conoscono bene, c'era almeno la memoria di una vedova saltata in aria con il marito da preservare. La mancanza di tatto non si prescrive, ti resta attaccata anche quando molli la toga, e la classe non si apprende sui codici. Il Procuratore è uno di quei lavori che sembrano fatti apposta per ingigantire le debolezze umane di chi li fa.
Silvio come Amanda: "I pm mi perseguitano"
Per fortuna i libri, a differenza delle sentenze, si possono criticare. Chissà se la signora, inserendo nelle sue memorie qualche capitolo scottante, ha voluto rendere il suo sentimento immortale come quello di Giulietta per Romeo o Francesca per Paolo, oppure ha semplicemente attinto a quella "furbizia levantina" che rimproverava alla minorenne Ruby Rubacuori nelle sue intemerate accusatorie, aggiungendo alla minestra un po' di pepe solo per vendere qualche copia in più.