Alessandro Sallusti incalza Mario Draghi: oltre ai soldi europei, cosa è in grado di dare ai cittadini?
In un'altra era, ma anche in questa se ci fosse un diverso premier, oggi saremmo a raccontare una crisi di governo. Ma l'era è questa e il premier si chiama Mario Draghi per cui al massimo parliamo di una "crisetta", un "vorrei ma non posso" fare cadere questo governo che vuole mettere naso nelle proprietà immobiliari degli italiani e rivedere le tasse. A innescare il caso è stato Matteo Salvini che ieri ha ritirato i suoi (anche Giorgetti) dal Consiglio dei ministri che ha approvato la legge delega fiscale, la quale comprende pure il ricalcolo del valore reale delle nostre case su cui si paga dazio, oltre che la caccia ai furbetti che case e terreni sono riusciti fino ad ora a nasconderli.
Quello di Salvini è un atto politico forte, una sfida a Draghi dalle conseguenze imprevedibili perché quando si gioca con il fuoco da un momento all'altro può partire un falò magari non voluto. Draghi, raccontano, non l'ha presa bene ma tira diritto, da abile giocatore vuole che sia Salvini a calare se non le braghe almeno le carte e vedere fino a che punto il leader della Lega è disposto a spingersi sulla via della crisi di governo. Partita interessante perché entrambi hanno le loro ragioni.
In sintesi: Salvini non può avallare neppure l'ipotesi di un aumento della pressione fiscale, soprattutto sulla casa anche se lontana nel tempo (per la riforma del catasto ci vorranno almeno 5 anni); Draghi non può rimangiarsi - ne va della sua credibilità - l'impegno preso con l'Europa di riformare il Paese in cambio di una montagna di soldi, i famosi duecento e passa miliardi del Recovery Plan. Se qualcuno si era illuso che questi aiuti vitali per la nostra economia fossero gratis et amoris dei oggi prende atto che così non è.
Da qui non se ne esce. È vero che le tasse sulla casa non aumenteranno domani, ma è altrettanto vero che si sta preparando il terreno perché questo accada. Qui la questione non è da che parte stare, ci basterebbe sapere che cosa Draghi, oltre ai soldi europei, è in grado di dare ai cittadini e alle imprese come compensazione di un nuovo ordine. Perché io Stato per chiedere, in questo caso imporre, equità e giustizia devo per primo essere equo e giusto, cosa che oggi non è.