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DiMartedì, Salvini e lo strappo con Draghi? Senaldi, il retroscena: "Perché è una reazione naturale"

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"La Lega sta facendo politica dopo tanto tempo": Pietro Senaldi, ospite di Giovanni Floris a DiMartedì su La7, ha commentato così lo strappo del partito di Matteo Salvini sulla riforma fiscale. La Lega infatti ha deciso di non prendere parte al Consiglio dei ministri di ieri, dove è stata approvata la bozza di delega al governo per la revisione del sistema fiscale. Una riforma che prevede alcune novità, come la revisione dell’Irpef e dell’Ires e la razionalizzazione dell’Iva. "Non votiamo la Delega fiscale perché non contiene quello che era negli accordi. I ministri della Lega non possono averla in mano alle 13.30 per una riunione alle 14", si è lamentato il segretario del Carroccio.

 

 

 

"La Lega non si è opposta, vuole solo vederci chiaro - ha proseguito il condirettore di Libero nella sua analisi -. Salvini non firma una delega in bianco, anche perché poi entrerà in vigore nel 2026. Il ragionamento del segretario quindi è: 'Io mi posso anche fidare di Draghi, ma nel 2026 chi ci sarà?'". Senaldi ha poi sottolineato quanto sia importante la battaglia fiscale per la Lega: "E' un collante del centrodestra, siamo nel giorno successivo alla sconfitta elettorale".

 

 

 

Infine, il condirettore di Libero ha svelato un retroscena: "E' vero che Draghi ha rimandato due volte la riforma fiscale per farla arrivare dopo le elezioni, ma le elezioni la Lega le ha perse e il giorno dopo una sconfitta elettorale chinare il capo sulla casa, che è una bandiera della Lega...Sinceramente mi sembra una reazione naturale quella di Salvini".

 

 

 

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