Loggia Ungheria, Alessandro Sallusti: lo scandalo sbianchettato dai grandi giornali
Chissà perché quando atti giudiziari sensibili riguardano gli amici e gli amici degli amici scatta una gigantesca operazione di autocensura. Ieri né il Corriere della Sera, né La Repubblica né La Stampa hanno pubblicato una sola riga sui verbali in cui il faccendiere Amara delinea l'esistenza di una loggia segreta, la Loggia Ungheria, e fa i nomi di magistrati, politici e importanti uomini dello Stato che ne farebbero parte. Premesso che nulla è accertato, per cui potrebbe trattarsi di una millanteria in tutto o in parte, la notizia c'è eccome visto che proprio su quelle carte imboscate per due anni sono stati indagati a vario titolo il capo della procura di Milano Francesco Greco e magistrati di calibro tra i quali Piercamillo Davigo.
Strano davvero questo silenzio, per di più da parte di testate che non hanno mai lesinato a fare paginate di documenti giudiziari ben prima che la veridicità del loro contenuto venisse vagliata e confermata dalle autorità giudiziarie. Ricordo, per fare un esempio, la pubblicazione delle centinaia di intercettazioni del caso Ruby che riguardavano il presidente del Consiglio in carica Silvio Berlusconi (poi assolto, ma il fango ormai era girato), ricordo decine di articolesse su una presunta Loggia, la P3, subito spacciata per grande scandalo solo perché coinvolgeva Denis Verdini allora pezzo grosso di Forza Italia (ovviamente poi assolto). Insomma, con i nemici politici dell'informazione si può fare carne di porco, con gli amici potenti, soprattutto se magistrati, le notizie sono tali solo se confermate in terzo grado di giudizio.
A me questa storia della Loggia Ungheria puzza assai, ma meglio andare a vederci chiaro che girarsi dall'altra parte. A maggior ragione se chi svicola sono quei giornali che negli ultimi anni sono stati megafoni acritici, e quindi complici, delle peggio schifezze commesse da quel sistema deviato magistrati-giornalisti che in nome della giustizia ha dirottato più e più volte il corso della democrazia. Se certi giornali tacciono è solo perché qualche cosa di vero in questa brutta storia c'è e si sta tentando di non farlo emergere. Ci vorrebbe un Gabibbo, solo che qui non siamo a "Striscia la notizia" ma a "Straccia la notizia", programma non sottotitolato per bensì realizzato da non udenti.