Matteo Renzi, il sospetto di Alessandro Sallusti: "Corsa al Quirinale e Nazareno-bis? Lui è un fuoriclasse del potere..."
Matteo Renzi non fa mistero di dare la caccia agli elettori del Centrodestra, in particolare immagino a quelli che furono e che in dignitosa parte ancora sono di Forza Italia. È una vecchia idea alla quale Renzi pensa fin da quando, nel gennaio del 2014, da fresco segretario del Pd e all’apice del suo successo, strinse con Berlusconi il famoso Patto del Nazareno, un accordo riformista che nella testa dei due avrebbe potuto portare a un futuro comune, non certo una alleanza stabile tra Pd e Forza Italia bensì qualcosa di nuovo - qualcuno disse il Partito della Nazione - frutto della fantasia politica di due fuoriclasse.
Del resto Berlusconi non ha mai fatto mistero della sua simpatia e ammirazione per Renzi, che però da sempre giudica inaffidabile. Viceversa Renzi è stato sempre attratto dalla genialità di Berlusconi da cui si è tenuto a distanza per ovvi motivi ma soprattutto, credo, perché lo ritiene l'unico politico più furbo di lui.
Quel patto, il Nazareno, nonostante i buoni uffici dell'amico comune Denis Verdini, andò a gambe all'aria nel giro di pochi mesi sul mancato accordo per l'elezione a Capo dello Stato di Sergio Mattarella. Storia vecchia, da allora in politica è cambiato il mondo e quella strada che sette anni fa avrebbe potuto avere un senso sia pure rivoluzionario oggi è improponibile. Attenzione, ora Matteo Renzi, a cui si devono nel bene e nel male le mosse politiche che hanno determinato gli ultimi tre governi (perché comunque è un fuoriclasse del potere), oggi è sui fondamentali certamente più allineato sulle posizioni del Centrodestra che non su quelle della Sinistra. Ma banalmente mancalo spazio per intrufolarsi in quel mondo. L’elettorato di Lega e Fratelli d’Italia non è da lui contendibile per tanti ovvi motivi ma soprattutto perché un leader forte e riconosciuto quei due partiti già ce l’hanno. E Forza Italia,i cui elettori guardarono alla stagione d’oro del renzismo con occhio invidioso e benevolo, in quanto a emorragie ha già dato, quel che resta è Silvio Berlusconi fino alla fine dell’avventura.
Questo dice la logica, che in effetti è una materia che ha poco a che fare con Renzi, ma è pur sempre scienza. A meno che dietro le quinte si stia lavorando a un Nazareno bis, in fondo - come nel 2014 - è tempo di elezione del Presidente della Repubblica, tempo di grandi e sorprendenti cambiamenti.
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