No vax? Contro populismo e anarchia serve una cultura del dovere: la risposta necessaria dello Stato
La destra democratica storicamente rappresenta alcuni valori fondamentali: libertà - accompagnata a responsabilità e dunque senso del dovere - senso dello Stato, ordine, riconoscimento del merito. Il valore libertà è ben presente anche in altre tradizioni politiche, è per esempio un valore cardine per l’anarchia. Per un anarchico conta solo l’individuo, lo Stato è da abbattere. I doveri che discendono dalla appartenenza ad una comunità organizzata non sono dunque da riconoscersi. L’ordine non può essere quello imposto da uno Stato, qualunque esso sia. Nella componente anarchica la violenza è stata spesso strumento di lotta politica conducendo a regicidi e persino a stragi. L’esperienza fascista è stata ambivalente: culto dello Stato, mistica dell’ordine, poca libertà, e nel contempo esaltazione nitschiana del super io, e tendenze anarcoidi ben espresse dal celebre “me ne frego”.
Demonizzazione
Anarchia e fascismo, come del resto comunismo, hanno in comune la demonizzazione dell’avversario. Il successo iniziale del fascismo, come del comunismo, è derivato proprio dalla individuazione di un nemico da abbattere. In forma più democratica anche la iperfetazione dei diritti umani, con il loro allargamento a dismisura, corrisponde ad una visione narcisista e individualista delle libertà: si è affermato così nel tempo il diritto umano a immigrare, ad abortire sempre e comunque, persino a godere dei beni altrui e ora pure a non vaccinarsi. Nella vicenda dei vaccini si avverte un ribellismo organizzato che rischia di preludere a una saldatura fra componenti anarchiche e movimenti neofascisti in nome di un individualismo che non conosce il senso di responsabilità. Vi sono anche spinte populiste che rievocano la bellissima critica di Polibio sui rischi della «oclocrazia», ovvero la degenerazione demagogica della democrazia,fondata sugli istinti delle moltitudini.
Comunità
Di fronte a forme di protesta che assumono sempre più toni eversivi, c’è bisogno ora di una risposta di “destra”. Che sappia coniugare difesa delle libertà individuali, responsabilità verso la collettività, che discende solo dalla capacità di interiorizzare doveri come controparte di diritti. E soprattutto umile rispetto della competenza. In tutta questa vicenda è indubbiamente spesso mancato lo Stato, uno Stato “amico”, che prima di imporre obblighi si assumesse l’onere di spiegare, di chiarire, facesse cioè della trasparenza il leitmotiv di tutta la politica di contrasto alla pandemia. Una cosa è tuttavia evidente a tutte le persone di buon senso: i vaccini funzionano, i vaccini sono dunque importanti per riprendere a vivere, per far ripartire l’economia, e, non ultimo, per salvare molte vite umane. Chi ha il senso dello Stato, della priorità dei doveri verso una comunità organizzata, chi ama la libertà purché sia accompagnata alla responsabilità ha ora il dovere di agire: paradossalmente, ma non troppo, è arrivato il momento della “destra”.
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