Vittorio Feltri: "Afghanistan, vent'anni buttati. La democrazia non si può esportare"
Afghanistan. Solo a scrivere la denominazione di questo Paese mi saltano i nervi. Da decenni quella terra brilla - perdonate l'ossimoro - per tetraggine. Neanche i sovietici riuscirono a piegarla a un minimo di ragionevolezza. Ci provarono invano finché rassegnati rimpatriarono abbandonando quel popolo al suo destino. Poi accadde che Bin Laden organizzò l'attentato alle Torri gemelle di New York, migliaia di morti. E gli americani ovviamente si irritarono e cercarono di vendicarsi. Contro chi? Sulle prime se la presero con l'Iraq pensando che il terrorismo fosse organizzato da Saddam Hussein. Giù botte al suo popolo fino ad annientarlo. Il dittatore, già combattuto dagli Usa negli anni novanta, finalmente fu debellato e venne impiccato, così per divertimento.
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Nel frattempo gli statunitensi, erroneamente convinti che Bin Laden si fosse rifugiato in Afghanistan, credettero opportuno andarlo a scovare in quella sfigata nazione. Poi però si accorsero che era altrove e lo rintracciarono. Gli spararono e lo fecero secco. Teoricamente la partita poteva considerarsi chiusa. Invece no. Gli States non paghi di aver ucciso l'uomo della mattanza, seguitarono a combattere in Afghanistan per esportarvi la democrazia. Operazione velleitaria. Per vent' anni hanno sparacchiato ai talebani, esaltati islamici con il cervello di galline, nella convinzione assurda di trasformarli in cittadini rispettosi dei costumi politici occidentali.
Ma due decenni di lotte non sono serviti allo scopo, nonostante pure le truppe italiane appoggiassero i colleghi militari d'Oltreoceano. Insomma, anche noi abbiamo dato un contributo al fallimento. Tant' è che a un certo punto, gli stessi americani sisono stufati di battersi per far trionfare la democrazia nella nazione asiatica, e hanno deciso di rimpatriare. Soluzione comprensibile, visti i risultati di due decenni sprecati in battaglie inutili. Ovviamente l'esercito nostrano ha fatto altrettanto, essendosi reso conto che i talebani sono imbattibili in quanto ideologicamente e religiosamente persuasi di essere invincibili.
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Non appena gli Usa e l'Italia hanno fatto le valigie smammando da Kabul, è successo un casino infernale. Nel senso che gli invasati maomettani hanno ripreso in mano le redini dell'Afghanistan riconquistando l'intero territorio. Ciò dimostra in modo plateale che la missione militare statunitense e tricolore non è servita a un tubo. Sono state sprecate varie vite umane e molti miliardi al fine di rimediare un clamoroso fallimento. Proprio un bel colpo da deficienti.
Adesso che i bigotti tifosi del burqa imperversano e dettano legge, noi diciamo che non lasceremo sole le genti di nuovo schiave dei dogmi islamici. Perfino il nostro ministro degli Esteri Di Maio ha dichiarato che sarà vicino al popolo oppresso. In quale maniera? Forse manderà delle cartoline con i saluti e ibaci da Napoli agli amici di Kabul. Abbiamo buttato via venti anni di vite umane e la situazione dell'Afghanistan non è mai mutata. Come prima, peggio di prima. Siamo governati da stupidi alleati di cretini.