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Green pass, l'ho preso e ora vivo con l'ansia: da un mese passo le notti in bianco

Paola Pellai
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Ho il Green Pass e mi ha preso l'ansia. Doveva essere il mio lasciapassare per navigare in mari tranquilli e, invece, è diventato una tarantola. Non ci dormo la notte, conto pecore e gocce di Lexotan. A dir la verità neppure di giorno io, come moltissimi compagni di sventura, abbiamo più uno stato di calma apparente. L'ansia ci domina. E non è quella da prestazione che, a letto o fuori dal letto, abbiamo imparato a riconoscere e, in qualche modo, a controllare. No, è un'ansia nuova che da qualche mese si è impossessata dei nostri corpi e non c'è esorcista in grado di liberarcene. Siamo ostaggi del Green Pass. Ogni giorno cambiano le regole del gioco e, come in quello dell'oca, se esce un giro di dadi sbagliato ci tocca ricominciare da capo. Per esempio puoi capitare nella casella che ti fa buttare al vento la vacanza prenotata e pagata ad aprile a Malta perché l'isola era Covid free e ci omaggiavano fino a 200 euro in bonus goderecci per sbevazzare, banchettare e ballare in locali pieno di gente, musica, cibo ed alcool. Per chi ci è cascato sarà una fatica recuperare i soldi per la vacanza che non c'è. Ansia. Tanta ansia.

 

Ogni volta che sento "Green Pass" sobbalzo e poiché lo sento ormai da mesi 24 ore su 24 capite che non è bello vivere di sobbalzi. Ma non si può fare altro. Inseguiamo notizie ed aggiornamenti stando incollati a smartphone e telegiornali più che ai nostri consorti ed amanti. Non capiamo più nulla. In un attimo ci cambiano rotte, coordinate, punti di arrivo e di partenza. Senza preavviso. Doveva essere l'estate della riscossa, ora possiamo confermare che non esistono più le mezze stagioni. Neppure mezza estate ci siamo goduti, persino il Ferragosto è caduto nella trappola che nessuno si aspettava. Se tu hai il Green Pass al ristorante ci puoi andare, ma se il tuo fidanzato non ce l'ha deve restare fuori. Echi ti dice che dal giorno seguente non siate costretti a dormire pure in camere separate? Scompare l'ansia da prestazione, sale quella da Green Pass. Se prima coi soldi potevi fare tutto, ora senza QR non puoi fare (quasi) nulla. Neppure andare in Grecia con i voucher pagati ed inutilizzati un anno fa e ormai prossimi alla scadenza. Ora o mai più. Mai più. Troppo complicato. Non basta più il QR del Green Pass, ne devi avere un altro rilasciato dalle autorità greche in anticipo rispetto al tuo sbarco, dopo aver fornito ogni informazione sul tuo stato di salute, sull'alloggio e la permanenza. Se non compilo i moduli oil QR non mi arriva in tempo? Ti rispediscono indietro. Doppia ansia coi fiocchi.

 

Del resto anche la Farnesina consiglia di stare a casa perché in caso di contagio dovrai sostenere ogni spesa. No, grazie. Ci rinuncio. Piovono disdette. Dall'altra parte albergatori e ristoratori non se la passano meglio. Già non hanno personale, figurati se devono prenderne altro per controllare i Green Pass. Loro non hanno bisogno di svuotare le strutture ma di riempirle per recuperare, in parte, lo stillicidio precedente. L'estate poteva essere la boccata d'ossigeno, invece è rabbia ansiosa anche per loro. Non sanno cosa succederà domani ed allora meglio portarsi avanti con l'oggi. Aumentano i prezzi. Chi c'è, c'è. Io ci sono. Vorrai mica non fartelo un mojito? No, è green. Mi ricorda il pass. Mi fa crescere l'ansia. Meglio un margarita. Accidenti, no. È in bianco, come le notti che sto trascorrendo da oltre un mese. Meglio lo champagne. Un Dom Perignon. Costi quel che costi. Del resto, si sa, l'ansia ha un prezzo da pagare.

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