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Green pass, Alessandro Sallusti: "La libertà non c'entra. C'entrano intelligenza e buonsenso"

Alessandro Sallusti
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Migliaia di persone in piazza in diverse città, momenti di tensione, qualche scontro e non pochi infiltrati pronti a fare casino. La protesta contro i provvedimenti del governo per arginare l’epidemia prende corpo al grido di «libertà»; libertà di non vaccinarsi senza per questo essere penalizzati in alcun modo. Era inevitabile finire qui vista la radicalizzazione dello scontro di idee tra pro vax (la maggioranza) e no vax.

 

 

 

La nostra posizione è chiara e l’abbiamo ribadita più volte: la libertà non c’entra, anche perché nessuno, tantomeno noi, l’ha mai messa in discussione. C’entrano intelligenza e buon senso, due cose che non possono essere normate da alcun governo. Se un numero importante di italiani sceglie liberamente di non vaccinarsi, aumenta la probabilità che il contagio cresca. Se il contagio cresce sale la probabilità - è successo nei mesi scorsi - che aumentino le ospedalizzazioni. Se aumentano le ospedalizzazioni ne risente - è successo anche questo - la medicina no Covid, anche per importanti patologie (tumorali e cardiologiche) per cui la velocità di intervento è fondamentale. Se questo avvenisse, molte persone rischierebbero la vita a prescindere dal Covid. E se questo meccanismo perverso dovesse non fermarsi, si dovrà tornare a chiudere attività che potrebbero continuare a operare in sicurezza se la situazione rimanesse sotto controllo grazie a vaccini e green pass.

Come si vede, le libertà in gioco in questa contesa sono più d’una, non solo quella - legittima - di non vaccinarsi. E allora mi chiedo che senso abbia aprire uno scontro di libertà, a chi giovi e a che possa servire. Non certo a combattere il Covid, non a sminare le paure - semmai le rafforza perché ci si sente parte di una comunità - di chi teme gli effetti collaterali del vaccino. Che non sono più gravi degli effetti, a volte diretti, che ha dovuto subire in questo ultimo anno e mezzo chi si è visto rifiutare o ritardare un controllo oncologico, o chi ha dovuto abbassare le serrande per pandemia. E allora si torna al punto principale della questione. La classe dirigente di questo Paese, soprattutto quella politica, vuole ed è in grado di gestire questo scontro di libertà contrapposte o spera solo di trarne qualche vantaggio? Purtroppo questa domanda, al momento, non ha risposte certe.

 

 

 

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