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Euro 2020, la risposta tombale di Vittorio Feltri agli inglesi: "Abbiamo dato delle zoc***e a vostra mamma?"

Vittorio Feltri
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In risposta all'articolo di Nicholas Farrell pubblicato nell'edizione di Libero del 20 luglio dal titolo "Italiani, da che pulpito gli insulti agli inglesi..."

Caro amico Nicholas Farrell, hai scritto un romanzo per ribattere alle accuse tiepide che i giornali, incluso il nostro, hanno rivolto ai tuoi compatrioti non tanto per la sconfitta che hanno subito agli europei di calcio, quanto per il loro comportamento dopo i decisivi calci di rigore. Può darsi che le nostre critiche siano state esagerate, nel qual caso non esito a chiedere scusa. Ammetti però che pure i tuoi appunti e disappunti sono stati eccessivi. Gli inglesi, che ho sempre ammirato pubblicamente, per secoli hanno preso in giro gli italiani pasticcioni, disorganizzati e un po' burini. Noi abbiamo protestato timidamente, consolandoci con la pizza e gli spaghetti, abbozzare è la nostra specialità, mentre il tuo articolo rivela una stizza degna di miglior causa. Questo genere di polemiche dovrebbe provocare al massimo una risata, eppure tu vai giù con mano pesante come se avessimo dato delle zoccole alle vostre mogli e mamme. Santo cielo, che suscettibilità! Intendiamoci, i frequentatori degli stadi non sono quasi mai delle educande, è gente spesso scamiciata, urlante, bestemmiante, priva di equilibrio, accecata dal tifo che, notoriamente, rappresenta una grave malattia. Aspettarsi da loro - italiani o inglesi - decoro ed eleganza significa illudersi.

 

 

Durante una partita di pallone prevalgono i buzzurri, diventiamo tutti un po' cafoni, e i cronisti si adeguano al costume generale. I commentatori del match si sono lasciati andare non soltanto in questa circostanza, sbracano regolarmente. E il risultato è quello che lamenti, non senza qualche ragione. Qualche. Non tutte. Infatti, alcune stonature si sono viste a Londra e farle notare non mi pare un peccato mortale. Tieni poi conto che il contrasto tra la vostra proverbiale educazione e le cadute di stile cui tutti abbiamo assistito ha accentuato i rimproveri. Non poteva essere diversamente, considerato che il teatro delle vicende in oggetto era praticamente in onda in mondovisione. La scena dei fischi diretti ai giocatori britannici di colore non è stata edificante, posto che l'antirazzismo è divenuto una moda universale benché nessuno si sogni di disprezzare gli uomini di colore che, viceversa, giocano in tutta Europa tra gli applausi dell'intero pubblico. Quanto all'episodio riguardante gli atleti sconfitti, mi riferisco al particolare che essi, ricevuta la medaglia d'argento, si sono affrettati a togliersela dal collo, mi sembra essere una scortesia e non un peccato, commesso in effetti da molti altri sportivi senza scatenare proteste. Insomma, caro Nicholas, non fa piacere a nessuno perdere una competizione, mentre chi la vince, anche in extremis, ovvio che scoppi di gioia ed esageri nell'esultanza. Mi domando cosa sarebbe successo se nel confronto avessero prevalso gli inglesi. Suppongo che, a parti rovesciate, le manifestazioni di giubilo e di sconforto non sarebbero state molto diverse.

 

 

L'umanità è quello che è: spesso si distingue per bestialità. Quindi, ti prego di comprendere le debolezze e la stupidità che abbiamo mostrato, così come io, italiano imitatore dei vostri gentleman, mi sono astenuto da violente deplorazioni. Rimango un estimatore dello stile diffuso in Gran Bretagna e se mi sono un po' allargato nei festeggiamenti per la conquista della coppa è solo perché amo il calcio, l'unica disciplina che ci consente di assomigliarvi un po'. Ti rammento che noi italiani siamo sfottuti in tutto il continente e anche altrove in quanto mandolinari e pastasciuttari indefessi. Abbiamo un unico vanto, usiamo il bidet che è stato inventato dai francesi, i quali tuttavia non lo adoperano. E anche voi ne fate volentieri a meno. Abbiamo tanti difetti. Dalla nostra bocca esce ogni porcheria, ma almeno abbiamo il sedere pulito. Ciò non è da sottovalutare. 

 

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