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Elsa Fornero è la persona giusta per mettere a posto i conti? "Salvinizzata", clamorose voci da Roma

Elsa Fornero

Gianluca Veneziani
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È una nemesi per entrambi, degna della tragedia greca: i due eterni rivali, Elsa Fornero e Matteo Salvini, affetti da disistima reciproca, che li porta a considerarsi vicendevolmente i peggiori politici degli ultimi anni, ora si ritroveranno giocoforza a collaborare, sostenendo lo stesso esecutivo. Il colpo di scena è stato consentito dalla nomina della Fornero, già piangente e poco rimpianto ministro del Lavoro nel governo Monti, a consulente nel Consiglio di indirizzo per la politica economica, istituito dal sottosegretario con delega alla Programmazione Bruno Tabacci. La Fornero, in sostanza, farà parte di un comitato di saggi che avrà il compito di orientare e rendere efficiente l'attività del Dipe, il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica. Ad affiancarla ci sarà una donna che ricevette, a sua volta, un ruolo di prestigio durante il governo Monti, ossia Annamaria Tarantola, allora nominata presidente Rai; e poi figure vicine ai dem, come Giuseppe Guzzetti, expresidente della Fondazione Cariplo e da poco tesserato al Pd, e la consigliera della Corte dei conti Silvia Scozzese, ex capo di gabinetto dell'ex ministro Provenzano.

 

 

Ma l'aspetto più interessante è che la Fornero, già rottamata, o meglio esodata, dalla politica insieme alla sua contestatissima riforma delle pensioni, ora torna in un ruolo di primo piano, mentre anche la sua riforma rischia di essere in parte riabilitata. Si tratta di una doppia, e non si sa quanto meritata, rivincita per Elsa, che ai tempi dell'incarico da ministro pianse in diretta nell'annunciare la sua manovra lacrime e sangue, non rendendosi conto che a piangere sarebbero stati gli italiani. La stessa Elsa che ora vede il governo Draghi intenzionato a smantellare la Quota 100 voluta da Salvini, che aveva mandato in soffitta la riforma Fornero. L'arrivo di Elsa nella squadra di sostegno al governo pare però poco gradito al leader della Lega, che da neo segretario aveva portato avanti, come prima battaglia, proprio la cancellazione della legge Fornero. E che non ha mai speso parole di elogio per Elsa, naturalmente ricambiato.

 

 

Si ricordino gli scambi dialettici in cui la Fornero definiva Salvini «il peggior politico che abbiamo avuto negli ultimi anni», «un piccolo uomo che non si rende conto della sua pochezza»; mentre l'altro, a una domanda se fosse meglio Mussolini della Fornero, rispondeva «Meglio della Fornero è chiunque. Lei è il peggio del peggio». Anche ora Salvini non sembra avere cambiato idea: proprio ieri la Lega ha fatto un'interrogazione al ministro del Lavoro Andrea Orlando, spiegando che «la scelta della Fornero non è sinonimo di tranquillità e serenità rispetto ad eventuali interventi in materia pensionistica, anche alla luce della prossima scadenza di Quota 100». Ora sarà interessante capire se, in nome della realpolitik i due accetteranno di sopportarsi. E vedere se, in vista della dismissione di Quota 100, sarà più Salvini a fornerizzarsi o la Fornero a salvinizzarsi. Resta soprattutto da chiedersi se sia proprio la Fornero la figura giusta per indirizzare la nostra politica su conti e crescita. Parliamo di colei che aveva sbagliato i conti sul numero degli esodati e aveva messo in crisi migliaia di italiani, privati com' erano al contempo di stipendio e pensione. Ma forse anche Elsa avrà una resipiscenza e, come Matteo, anziché piangere e far piangere, inizierà a dare bacioni agli italiani. Sarà quello il suggello della nascita di una nuova creatura, Elsalvini, un po' Elsa, un po' Salvini. 

 

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