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Scuola, Roberto Formigoni senza pietà: l'Italia sta perdendo un'intera generazione ma a nessuno importa

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Roberto Formigoni
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C'è una notizia drammatica, anche se non del tutto inaspettata, che domina tra quelle emerse questa settimana: sono i dati terribili sul livello di istruzione dei nostri giovani. Il 44% di quanti hanno superato l'esame di maturità ha una conoscenza minima della lingua italiana (sono sotto il livello della terza media, e l'anno venturo si iscriveranno all'università); il 51% stenta con il livello di base della matematica, e questo dato supera il 72% nelle regioni del Sud; il 51% ha grosse difficoltà nella scrittura della lingua straniera studiata, e il 63% nel comprenderla e parlarla. Sono alcuni dati emersi dalle prove di valutazione (cosiddette Invalsi), che quest' anno hanno coinvolto oltre due milioni di studenti, dunque un campione assolutamente significativo. Rispetto al 2019 tutti i dati sono peggiorati mediamente del 10%, e questo è un chiaro effetto della pandemia, della chiusura delle scuole, della didattica a distanza.

 

 

Ma con tutta evidenza non possiamo dare ogni colpa al Covid e illuderci che, con le vaccinazioni e la ripresa delle scuole, tutto tornerà a posto. Non è affatto così. È da più di un decennio che i dati Invalsi, ingiustamente snobbati e in qualche caso boicottati, segnalano a un Paese che non vuol capire una situazione drammatica: l'Italia sta perdendo un'intera generazione, milioni di giovani non saranno in grado di affrontare il lavoro per il quale la scuola li avrà illusi di essere preparati. Si salvano in parte alcune zone del Nord, e giovani di famiglie benestanti che possono fornire un forte insegnamento supplementare. E non è un caso che anche nel 2020 l'Italia si conferma al primo posto in Europa per numero di giovani tra i 20 e i 34 anni che non studiano e non lavorano: sono il 24% tra i maschi e il 35% tra le femmine, dati in aumento di due punti rispetto al 2019. Ho definito questa situazione drammatica, bisognerebbe dire tragica, ma sembra che neppure quest' anno abbia suscitato grande scalpore se non tra pochi addetti ai lavori.

 

 

E invece ritengo che la politica, la stampa, il paese intero dovrebbe sospendere per almeno un mese la discussione su ogni altro argomento per studiare come iniziare a risolvere questo enorme problema. In questi anni abbiamo stanziato somme ingentissime, abbiamo avuto una decina di ministri della scuola, quasi la metà ha varato una sua riforma. I risultati fanno paura, segnano un fallimento epocale. Ripeto, siamo ultimi in Europa e tra gli ultimi nel mondo. L'Italia ha avuto geni brillantissimi nel corso della storia, in tutto lo scibile umano, e ancora oggi sbocciano, non si sa quasi come, persone di talento. Ma il contesto, il substrato è questa ignoranza spaventosa, che non potrà che portarci a fondo. Interessa a qualcuno tutto ciò? 

 

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