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Euro 2020, Vittorio Feltri contro gli inglesi: "Peracottari e cafoni, il vostro stile è andato a farsi friggere"

 Vittorio Feltri

Vittorio Feltri
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Ho sempre ammirato e tentato di copiare lo stile degli inglesi: nell'abbigliamento maschile sono sempre stati maestri, praticamente per primi hanno adottato il sistema democratico, altro che i greci che in fondo amministravano lo Stato come fosse un condominio accessibile a una oligarchia. Non so cosa sia successo nelle teste dei britannici domenica sera, quando si è disputata la finale del campionato europeo di calcio. In una sola notte essi sono riusciti a distruggere una solida reputazione durata secoli. All'improvviso la loro buona educazione è andata a farsi friggere. È bastata una partita di pallone per mandare in vacca la ottima fama dei londinesi. I quali ne hanno combinate di ogni colore, trasformandosi in cafoni degni soltanto di essere deplorati. Hanno trattato gli italiani come figli di un Dio minore e anche minorato, il loro comportamento ci è rimasto impresso perché rozzo e volgare. Allo stadio hanno relegato il nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una tribuna diversa da quella dove prendevano posto i cosiddetti reali, principi e baroni capaci solo di rompere i cogl***i.

 

 

Come dire che il nostro capo del Quirinale è un signore di serie B da tenere lontano dalla nobile, si fa per dire, stirpe di Elisabetta regnante. Così naturalmente gli organizzatori della serata si sono assicurati di rimediare una figura da peracottari. E questo è ancora niente. La competizione non era scritto in cielo che dovesse concludersi con la vittoria degli inglesi, nel calcio contano i gol che si segnano, non c'entrano i quarti di nobiltà. Si dà il caso che gli azzurri siano andati a punti più degli avversari e abbiano meritato di vincere per 4 a 3. C'è poco da discutere, risultato ineccepibile. E invece gli sconfitti, stizziti a causa della loro inferiorità sportiva, al momento della cerimonia di premiazione, avendo ricevuto la medaglia d'argento spettante a chi si è piazzato al secondo posto, non appena le autorità l'hanno appesa al collo dei perdenti, questi si sono affrettati a togliersela in segno di disprezzo. Altra manifestazione da buzzurri offerta al pubblico di mezzo mondo sintonizzato su varie tv internazionali.

 

 

Lasciamo perdere le varie violenze contro i nostri connazionali visto che anch' essi non brillano per gentilezza d'animo, benché più garbati, almeno nella circostanza. E veniamo a quello che è successo in campo e sugli spalti dove i tifosi locali erano assai più numerosi dei nostri. Non si capisce in base a quale principio il match più importante, l'ultimo, si sia svolto nella capitale dell'isola. Sarebbe stato più opportuno giocarla in uno stadio neutrale. Noi italiani saremo pasticcioni, non abbiamo uno spiccato senso per la organizzazione, sia nello sport sia nel lavoro, ma stavolta siamo stati all'altezza e gli inglesi sono sprofondati verso una bassezza disgustosa. Ci sforzeremo di continuare a stimarli, dato che si sono conquistati la Brexit, ma faremo molta fatica. Viva l'Italia.

 

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