Euro 2020, Alessandro Sallusti: una vittoria che pesa. Come con Bartali, Berruti e Pablito
C'è vittoria e vittoria, per esempio quella della nostra nazionale ai Mondiali del 2006 è scivolata via dalla memoria collettiva. Il gesto atletico e il valore del trofeo poco dicono se non cambiano qualcosa, o coincidono con un cambiamento, nella società che li ha generati. È una valutazione che ovviamente si può fare soltanto a posteriori ma a occhio quella di domenica a Londra potrebbe essere una di quelle vittorie spartiacque non soltanto per il calcio italiano.
Nell'era moderna la prima impresa sportiva a cambiare il corso della storia fu quella di Gino Bartali al Tour de France del 1948. Alle 11,30 del 14 luglio di quell'anno il leader del Pci Palmiro Togliatti è vittima di un grave attentato. I partigiani recuperano le armi che tenevano nascoste e scendono minacciosi in piazza. Si teme il riesplodere della guerra civile quando dalla radio arriva la notizia che Bartali aveva vinto il Tour de France e la rivoluzione si trasforma in festa di popolo.
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Passano dodici anni, 3 settembre 1960, Olimpiadi di Roma. L'Italia è a un passo dall'uscire dalla crisi e dalla miseria, dalla crisi e dalle umiliazioni della Seconda guerra mondiale. Quel passo lo compie Livio Berruti che nella finale dei duecento metri, lui gracile italico uomo bianco, batte i giganti neri americani (allora si poteva dire così) e con lui l'Italia prende consapevolezza di poter volare dentro il boom degli anni Sessanta. Anni Settanta, tornano crisi economica e austerity, arriva il terrorismo nostrano.
Tempi bui spazzati via - quando ormai nessuno ci sperava più - dai lampi di Paolo Rossi nei mondiali di calcio di Spagna del 1982. La festa durerà per oltre un decennio, quello spensierato e leggero dei "magnifici anni Ottanta". E ora ci risiamo: paure, pessimismo, lutti e dolori, crisi economica e sociale. Se Gianluigi Donnarumma (e compagni) fosse il segno del destino come lo furono Bartali, Berruti e Rossi? Chissà, a noi piace credere che sia così, che sia pure ai rigori ieri l'altro abbiamo battuto sì l'Inghilterra ma soprattutto che ci lasciamo alle spalle gli anni bui del flagello Covid.
"Kiricocho!". Giorgio Chiellini e l'urlo maledetto, ecco perché Saka ha sbagliato il rigore