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M5s, Roberto Formigoni: dall'uno vale uno al si salvi chi può

Roberto Formigoni
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Il motto dei 5Stelle è "uno vale uno", ma ora dobbiamo dire "5Stelle vale zero". E finalmente! Lo ha dimostrato il voto di giovedì in Consiglio dei ministri sulla proposta di riforma della giustizia. I ministri grillini hanno fatto fuoco e fiamme contro il disegno presentato dalla Guardasigilli Cartabia, hanno proclamato il voto contrario urlando alla 'controriforma', poi hanno fatto mezza marcia indietro fino all'astensione, infine hanno dovuto capitolare. Le loro obiezioni sono crollate, le loro posizioni sono state sconfitte (come già era accaduto per Tav, Tap, 'spazzacorrotti', perfino per la guerra contro la pensione di Formigoni...). Semplicemente si sono accorti che la maggioranza sarebbe andata avanti lo stesso, e il loro voto contrario o di astensione avrebbe plasticamente fotografato la loro nullità politica, la loro inutilità.

 

 

Sì, l'inutilità del partito di maggioranza relativa, di quello che doveva aprire il parlamento come una scatoletta di tonno, di quello diverso dagli altri che poi però si è piegato a fare governi con tutti: Lega, Pd, perfino col banchiere Draghi. E che ora si trova dilaniato da una lotta intestina che lo sta divorando: Grillo l'Elevato contro Conte e i ribelli, coi governisti a tentare una mediazione che non si vede. E infatti sono stati i seguaci di Conte e Bonafede, assieme al fuoriuscito Di Battista, a sparare contro la posizione dei ministri, difesa invece da Di Maio che dei mediatori aspira ad essere il capo. Ma Draghi ha avuto buon gioco a metter fuori gioco le velleità dei giustizialisti 5Stelle e insieme le minacce di voto contrario. La riforma approvata all'unanimità giovedì era ed è obbligata, senza di essa l'Europa non ci concederà mai i miliardi del Pnnr. E senza di essa - Draghi non ha neppure dovuto accennarlo ma è chiarissimo - non ci sarebbe più governo né ripresa del Paese.

 

 

Nei prossimi giorni la riforma dovrà essere votata dal Senato e dalla Camera, e anche su questo Draghi è stato netto: nessuno avrà le mani libere, la riforma sarà approvata così come è. Saranno altre lunghe settimane di sceneggiate dei 5Stelle che potrebbero segnare la spaccatura finale, forse addirittura la frammentazione del fu Movimento. La rabbia e la frustrazione dei settori oltranzisti è ben descritta dall'house organ dei sostenitori di Conte e Bonafede, il Fatto, che dopo aver insultato Grillo, oggi arriva a scrivere che i 5Stelle hanno votato una nuova 'Salvaladri', perfino peggiore della precedente. Eh sì, per i giustizialisti e i forcaioli comincia a mettersi male, e il loro capo Travaglio vede il suo regno destinato alla sconfitta. Gli italiani invece cominciano a tirare un respiro di sollievo.

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