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Vladimir Putin vince ancora con le cattive maniere: i russi stanno con il più forte

Giovanni Longoni
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Ancora cattive notizie dalla Russia per i paladini della democrazia liberale. Secondo un sondaggio del Centro Levada, istituto indipendente di ricerche, è crollata l'approvazione dei russi per il principale oppositore di Vladimir Putin, quell'Alexei Navalny sopravvissuto a un tentativo di avvelenamento (del quale accusa il Cremlino) poi finito in prigione in seguito alla condanna a due anni e mezzo per vecchie accuse di frode. 

 

Solo il 14% degli intervistati approva le attività di Navalny, in deciso calo dal 20% dell'anno scorso e dal 19% di inizio 2021. Il 62% ha dichiarato di non approvare le attività del dissidente, una cifra che è cresciuta di 12 punti percentuali da settembre 2020. La magistratura, a inizio giugno, ha inserito nella lista nera dei gruppi sovversivi- escludendole così dalle elezioni del prossimo settembre- le reti politiche e filo-Navalny. In realtà si tratta di movimenti pacifici di opposizione ma all'opinione pubblica questo non interessa: il 32% ha dichiarato di approvare la decisione dei giudici mentre il 27% afferma di non approvare la sentenza. 

 

Indifferenti alla questione il 41% degli interpellati. L'Europa si è presa a cuore la vicenda di Navalny, anche se a ben vedere le posizioni politiche di Alexei non sono poi così lontane da quelle del suo nemico che sta al Cremlino. Anche Navalny approva l'annessione della Crimea e anzi non gli dispiacerebbe riprendersi pure Ucraina e Bielorussia. All'inizio della carriera era più duro di un Salvini contro l'immigrazione clandestina ma da quando l'Occidente lo ha eletto suo campione a Mosca ha cominciato a parlare per il pubblico euro-americano; da qui gli apprezzamenti alla lotta antirazzista del movimento Black Lives Matter (però lo stesso Putin non perde occasione per segnalare i problemi razziali degli Usa). 

L'unica differenza è che lo sconfitto puntava forte sulla denuncia della corruzione. Ela gente su questo lo seguiva. Ma alla fine la maggioranza dei russi conferma di voler essere governata dal politico più forte sulla scena, a prescindere dalle ideologie. Per cambiare le cose al Cremlino servirà uno più Putin di Putin. 

 

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