Variante Delta, perché riaprono tutti? Una questione di soldi (e di sopravvivenza)
Prima la variante inglese, poi quella indiana. Però c'è la peruviana che fa paura, la californiana... E allora montagne di parole da parte di virologi, esperti vari, politici sull'opportunità di gettare via la mascherina o di prevedere ancora chiusure in autunno, a cominciare dalle scuole. In questi giorni i fari sono puntati su Boris Johnson che dal 19 luglio riaprirà definitivamente la Gran Bretagna, alla faccia delle varianti e dei contagi. D'altronde che altro può fare? I ricoverati o i morti sono bassi, nonostante i positivi sfiorino quota 30mila al giorno (frutto comunque di oltre un milione di tamponi quotidiani). Ma soprattutto - ed è questo il cuore del dibattito - non si può ipotizzare un futuro dominato dai lockdown, totali o parziali.
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Andava bene tutelare la salute pubblica da un virus misterioso, in un primo momento. Era inevitabile paralizzare le economie in attesa dei vaccini. Però poi gli antidoti sono arrivati e stanno dimostrando che, almeno in Occidente, con due dosi sei al sicuro. Magari potrai prenderti il Covid, ma sarà al massimo una grande influenza. L'incubo delle terapie intensive intasate dovrebbe essere scongiurato per la maggioranza della popolazione, immunizzata. Anche in vista dell'autunno-inverno. Soprattutto sarebbero insostenibili finanziariamente altri divieti pesanti. Solo l'Italia ha speso oltre 25 miliardi per la gestione sanitaria della pandemia. Però la nostra economia ha perso 150 miliardi nel solo 2020. E l'indebitamento statale è schizzato a 2.680 miliardi. In generale, nel mondo, i debiti sono saliti a quota 289mila miliardi. E nell'anno del Covid l'incremento è stato superiore ai 14 anni precedenti. Non solo: la Ue (col Recovery), gli Usa, la Cina, il Giappone, la Gran Bretagna e parecchi altri Stati hanno varato piani trilionari per far ripartire l'economia, massacrata.
Non parliamo poi delle azioni delle banche centrali: la Bce stanzierà fino a primavera 2022 circa 1.850 miliardi per tenere i tassi d'interessi bassi, la Federal Reserve americana invece ha in corso un piano da oltre 2mila miliardi. L'intero globo ha sparato tutte le cartucce, appesantendo ulteriormente i bilanci pubblici, per placare la crisi e dare impulso alla ripresa. Le potenze mondiali non possono ora permettersi altri colpi, e la finestra delle spese pazze si chiuderà nel giro di un anno. Dopo di che toccherà sperare in un balzo forte e duraturo delle economie per ammortizzare i debiti, magari con un po' d'inflazione. Quasi sicuramente laparola lockdown uscirà dai vocabolari mediatici.
Infatti in autunno «non credo che sia anche sociologicamente sostenibile un nuovo lockdown generalizzato, ma ritengo - fa sapere Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'ospedale Galeazzi di Milano - che saranno necessarie misure restrittive mirate e chirurgiche, ad esempio coprifuoco alle 22 per territori comunali o per province. La durata potrebbe essere di quindici giorni». Un mese fa aveva dato la linea Sebastian Kurz, cancelliere austriaco: «Quando ci sarà una quarta ondata, chi non si farà vaccinare si assumerà una responsabilità personale perché non sarà possibile porre limiti alla società ancora per lungo tempo». I soldi sono finiti.