Beppe Grillo, Alessandro Sallusti e il sospetto dopo il crollo del "comico finale": sapremo mai chi lo ha innescato fuori dai confini italiani?
Comunque andrà a finire siamo al "comico finale", nel senso che Beppe Grillo è arrivato al capolinea: o cede le redini a Giuseppe Conte o il suo movimento esploderà in mille pezzi e quello che rimarrà nelle sue mani sarà di fatto marginale. Ma in ogni caso oggi finisce l'epopea Cinque Stelle, almeno per come l'abbiamo conosciuta fin qui. Entrambe le cose non sono un male tanti sono stati i danni provocati all'Italia dalla follia grilli na, una ubriacatura collettiva che ci vorranno anni a smaltirne le scorie.
Beppe Grillo è un buffone, geniale e a tratti divertente come sono i buffoni e un giorno forse sapremo chi l'ha innescato e indirizzato dentro e fuori i confini nazionali. Capita che il buffone di corte riesca a sedersi sul trono del regno, ma tale resta e sarà divertente vedere che pazzia si inventerà per continuare la recita. Ma vuoi vedere che questa volta - sarebbe la prima - ha trovato sulla strada uno più furbo e scaltro di lui, quel Giuseppe Conte che ieri con il suo solito aplomb ha messo in scena un parricidio in diretta tv.
Da primo partito del 2018, i Cinque Stelle sono franati al quarto posto dietro Fratelli d'Italia, Lega e Pd e nulla lascia intendere, Conte o non Conte, una inversione di tendenza ma semmai il contrario, cioè un lento scivolare verso il basso. Perché il partito che ha in mente l'ex premier poco o nulla ha a che fare, se non la sete di potere, con l'onda che lo ha generato. Il che complica non poco non solo le cose interne al movimento ma soprattutto spiazza il Pd che già assaporava proprio grazie alle mosse di Grillo il gusto di una alleanza capace di battere il centro destra.
Che succederà lo vedremo. Certo è che come i nodi anche i bluff prima o poi vengono al pettine. E il grillismo è stato un grande bluff. Grillo ha fallito, Conte ha fallito per due volte come primo ministro, Di Maio ha fallito come leader del suo movimento al punto di doversi dimettere, ministri per caso sono apparsi e scomparsi dalla scena per manifesta incapacità (vedi Toninelli) nel giro di qualche mese. E ancora qualcuno può pensare che questa combriccola è stata un bene per il paese?