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Ddl Zan? Sì alla giornata Lgbt, silenzio sui crimini comunisti: ciò che la sinistra nasconde

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Iuri Maria Prado
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Una buona quota dell'educazione somministrata ai figli d'Italia si rivolge a farli "democratici". Su per giù, a far sì che apprezzino i criteri del vivere civile e pacifico e imparino a dare un nome alle cose che li rinnegano. Tra quei criteri ricorre poco la parola "libertà", e in cornucopia c'è tanta giustizia, tanta solidarietà sociale, tanti diritti acquisiti, tanta inclusione, tanta Greta Thunberg, tanto romanzo antimafia, tanta pluralità delle idee (quella del ddl Zan), insomma il bouquet di sciocchezze che riunisce i requisiti di presentabilità mondana del Buon Progressista. E tra le cose che li rinnegano c'è tanto fascismo, tanto nazismo, tanto sovranismo, tanto neoliberismo, tanto sovranismo, tanta logica del profitto, tanto sfruttamento, tanto potere delle multinazionali, insomma le cose brutte brutte brutte che bisogna imparare a riconoscere se si vuol diventare buoni cittadini della Repubblica Bella Ciao.

 

 

 

 

 Una, sistematicamente, manca: la peste comunista. Il comunismo, cioè la più spaventosa, diffusa e duratura forma di annientamento dei diritti elementari degli individui, la più atroce e sistematica organizzazione repressiva nella storia dell'umanità, l'immonda teoria e l'oscena prassi che hanno distrutto la libertà, la salute, l'economia, la cultura, la vita stessa di interi popoli e li hanno condannati alla miseria, alla prigionia, alla tortura, allo sterminio, non è cosa degna di essere indicata a bambini e ragazzi tra quelle che hanno funestato il mondo.

 

 

 

L'orrore comunista non fa parte del patrimonio civile condiviso, e non ne fa parte perché è puramente e semplicemente rimosso, e al più vagamente menzionato in qualche parentesi negletta. E i nostri figli, salvo che autonomamente la famiglia o qualche amico più fortunato pongano rimedio alla lacuna, crescono e maturano non si dice senza coltivare ripugnanza per quel che il comunismo ha fatto per un secolo e ancora continua a fare, ma persino senza saperne nulla.

 

 

 

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