Euro 2020, Vittorio Feltri avverte Mancini: "Bravi azzurri, ma è troppo presto per fare festa"
Anche io come quasi (quasi) tutti gli italiani seguo con misurata passione i campionati europei di calcio in corso da qualche giorno. E naturalmente non posso nascondere la mia soddisfazione per le prestazioni fornite fin qui dalla nazionale. Due partite, due vittorie contro la Turchia (che con l'Europa non c'entra un cavolo) e contro la Svizzera. Un botti R. Mancini no non trascurabile. I nostri giocatori si sono comportati da atleti di buon livello, alcuni in particolare, per esempio Locatelli, un centrocampista di talento che il Sassuolo comprò dal Milan pagandolo una cesta di frutta e ora considerato giustamente un maestro della pelota. Co- se che succedono in questo sport difficile ed esaltante i cui campioni esplodono improvvisamente e chi li ha venduti per due soldi è destinato a pentirsi. Niente di nuovo sotto il sole. Complessivamente tutta la nostra squadra ha meritato i tre punti conseguiti e ci uniamo agli applausi che le sono stati generosamente dedicati l'indomani di ogni partita conclusasi con successo. Come tifoso, sia pur scettico, sono contento. Però c'è un però. Partecipano al torneo molte compagini, quasi tutte all'altezza della situazione, ma non tutte.
Ebbene noi ne abbiamo affrontate due, non certo pessime, ma neppure fenomenali. E questo mi fa pensare che prima di celebrare gli azzurri si debbano attendere i confronti più impegnativi, quelli eventualmente con la Germania, la Francia e l'Inghilterra e la Spagna. Se saremo bravi e fortunati abbastanza per vincerli, allora saremo autorizzati ad esultare. Prima che ciò avvenga, prudenza impone di non incoronare la nostra squadra come la migliore. Calma e gesso. Vorrei ricordare ai lettori che quando gli azzurri hanno conquistato traguardi importanti, i Mondiali del 1982 e quelli del 2006, nonché gli Europei del 1968, essi partirono maluccio facendo presagire nulla di buono. Poi, strada facendo, si rinfrancarono sbaragliando gli avversari.
Quindi attenzione: chi bene incomincia è all'inizio dell'opera e non a metà. Il mio consiglio di orobico coi piedi saldamente ancorati per terra è di aspettare a gridare al trionfo. La formazione di Mancini ci autorizza a ben sperare, ma solo questo. Nulla di più. Il campionato è lungo e aspro, d'ora in poi saremo costretti ad affrontare squadre ben più dotate di quelle che abbiamo battuto. Dopo di che, se le supereremo, saremo autorizzati a festeggiare. Adesso è troppo presto per dire gatto, che, come diceva Trapattoni, bisogna prima averlo nel sacco. Le mie parole non vogliono essere menagramanti, tutt' altro: sono un invito cordiale ate nere conto che per ora non abbiamo vinto nulla. Forza azzurri, siamo con voi.