Libertà costituzionali sospese con quattro scartoffie e senza conati di protesta? Merito anche della stampa
Mica male l'idea che bisogna "meritarsi" la libertà, come se fosse una concessione governativa anziché un diritto sottratto alle grinfie del potere pubblico. Mentre finalmente si allargano le maglie dei divieti posti a contenere l'irresponsabilità degli italiani e si allentano le briglie impugnate dall'autocrazia che "consente" questo e "non consente" quest' altro, quell'idea rappresenta benissimo quale sia il concetto di libertà coltivato tra il grosso di chi fa opinione in questo Paese: una cosa che appunto occorre "meritare", una condizione debitamente revocabile dall'alto e che si può riconquistare a patto di "dimostrare di esserne degni" (così, sul Corriere di ieri, Beppe Severgnini).
Coronavirus, l'impensabile effetto collaterale: la clausura risveglia i desideri nascosti
E' una concezione del tutto armonica rispetto alla bella trovata del ministro degli Esteri e di Avellino che dopo l'abolizione della povertà intimava ai sudditi di stare in riga perché "più qualcuno sarà irresponsabile, più metteremo altre norme ferree e stringenti", o a quella del ministro della Delazione (anche lui, come l'altro, ancora al suo posto) che istigava i cittadini a denunciare i vicini di casa che organizzavano la cena negazionista con il cugino di troppo. La giustezza esemplare di quel saggio dispositivo poliziesco - mannaggia - rischia ora di cedere il posto alla pretesa bottegaia di non fallire e al capriccio dei giovinastri di farsi una birra in compagnia anziché leggere l'ultimo libro di Veltroni Walter o assembrarsi a sostegno del ddl Zan, cioè le cose che ci fanno degni di essere liberi.
E proprio come quel dispositivo ammantava in una camicia di forza la vita delle persone, da colpevolizzare e sanzionare perché l'insorgere delle curve dei contagi denunciava la loro indisciplina, così, ora che l'infezione si rimargina, l'ingentilirsi del coprifuoco deriva dallo stesso presupposto moraleggiante e retributivo: libertà, ma non troppa e giusto perché avete fatto i bravi, e soprattutto a condizione che non ne dimentichiate il carattere provvisorio. Poi ci si domanda come mai in Italia sia stato possibile sospendere le libertà costituzionali con quattro scartoffie, senza che ci fosse non dico la rivoluzione, ma almeno qualche conato di protesta. Diciamo che certa stampa ha lavorato sodo.