Paolo Becchi, Conte e la mossa sporca: "Sapete chi l'ha messo lì?". Guerra con Casaleggio, ora è tutto chiaro
"Alla fine li hanno presi alla gola per 250.000 euro". Paolo Becchi commenta per Liberoquotidiano.it l'ultima svolta nella guerra Casaleggio-Conte. "Rousseau in forte crisi finanziaria, con oltre mezzo milione di euro di debiti, alla fine ha mollato", spiega il filosofo nonché ex ideologo pentastellato, oggi teorico del sovranismo in salsa italiana. La piattaforma nata per dirigere la vita politica del Movimento ha ceduto dietro "compenso" i dati degli iscritti grillini, dando di fatto il via libera alla scalata di Giuseppe Conte al Movimento. Casaleggio in realtà chiedeva 450mila euro, sostenendo che a tanto ammontasse il debito dei 5 Stelle nei confronti della sua azienda. Una mediazione in cui avrebbe avuto un ruolo decisivo anche Beppe Grillo.
"Non c'era alcun motivo per seguire la richiesta del Garante per la protezione dei dati della privacy perché sarebbe stato facilissimo fare ricorso e vincerlo - chiarisce subito Becchi - ma alla fine Davide Casaleggio ha preferito chiudere la partita, cercando di salvare l'azienda e sacrificando Rousseau, che continuerà come blog culturale ma senza incidenza politica".
"Nasce così il nuovo partito di Conte, un partito personale, che è l'esatto opposto del sogno di Gianroberto Casaleggio - prosegue Becchi -. Le prossime amministrative ci diranno qualcosa della sua consistenza. Non sarà facile costruire un partito personale per un MoVimento che aveva molte anime al suo interno, è molto probabile che si costituirà un asse Conte-Di Maio che di fatto guiderà il MoVimento dopo il tramonto di Grillo che del resto ha voluto il cambiamento".
"Ora si parte", ma per andare dove? Paolo Becchi, come si va a schiantare Giuseppe Conte
"Un ruolo ancillare rispetto al Pd", conclude il professore riguardo la futura collocazione politica del Movimento, che garantirebbe "un certo numero di poltrone per tutta la vita a chi doveva fare solo due mandati. In tutta questa vicenda non ne esce bene neppure il Garante sulla privacy Pasquale Stanzione. Messo lì da Conte, decide da solo su Conte. Certo non è vietato farlo ma non ci fa una bella figura".