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Paolo Becchi e Sergio Mattarella: "Cosa c'è dietro le parole sulla giustizia". Quirinale, l'erede è designato

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"Il recente appello di Mattarella per la riforma della giustizia ha un solo significato: o i partiti si mettono d'accordo per il bis, o il suo successore è l'attuale Guardasigilli. Tertium non datur" scrive il professor Paolo Becchi su Twitter. Siamo andati a intervistare il professore a tal proposito. D: Come mai insiste sul tema della riforma della giustizia? R: "Certamente ha a che fare con quanto previsto dal Pnrr, ma lo scopo politico è evidente: Perché quel tipo di riforma ha un obiettivo politico specifico!". D: Quale? R: "Ma, mi sembra evidente. Lanciare il guardasigilli al Quirinale". D: Ma come? Non doveva essere Draghi? R: "Eh si, però le cose nel frattempo sono cambiate. Sono cambiate dal momento che Draghi è l'unica persona autorevole in Europa, capace di poter sostenere quel piano". 

 

 

 

D: E dunque? Per forza la Cartabia? R: "Beh, per la verità un'alternativa ci sarebbe e l'abbiamo già provata in tempi eccezionali con Napolitano. Nessuno chiede che Mattarella faccia ancora un settennato, ma due anni almeno, potrebbero essere possibili. D'altro canto che legittimità avrebbe l'elezione adesso di un presidente della Repubblica, con un parlamento che dopo le elezioni del 2023 sarà dimezzato?" D: Dunque non c'è solo la Cartabia? R: "Certamente non c'è solo lei: Mattarella ha voluto però far capire a Salvini che Draghi se lo può sognare al Quirinale. Se non ci sarà lui, ci sarà la Cartabia". D: Allora come ha scritto lei nel tweet Tertium non datur? R: Esattamente. È proprio così. 

 

 

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