Vittorio Feltri su Enrico Letta: "È un pericolo, può fare il segretario della banda Bassotti"
Già ieri Alessandro Sallusti su queste colonne ha dato una spolverata a Enrico Letta, segretario del Pd recuperato dai compagni a Parigi dove svolgeva l'attività di professore. I democratici erano convinti di aver pescato un jolly e invece hanno tentato di rianimare un pesce lesso a cui è riuscito, finora, di far perdere consensi al suo partito. Ci complimentiamo con lui. Fin dall'esordio quest'uomo esile come grissino ha calpestato una buccia di banana proponendo di estendere il diritto di voto ai sedicenni nella speranza che gli adolescenti pendano a sinistra, quando invece non si interessano di politica, essendo questa una materia che suscita una noia mortale. Tra l'altro, come risulta dalle statistiche, non siamo in grado di mandare a scuola con profitto i nostri ragazzi, figuriamoci se possiamo pensare di inviarli al seggio elettorale. Pia illusione.
Non pago, il segretario ha altresì proposto lo ius soli per gli immigrati, ignaro che l'Italia è il Paese europeo in cui per gli stranieri è più facile ottenere la cittadinanza. Ma questo è ancora niente. Egli, per completare l'opera sporca, negli ultimi giorni, si è inventato una porcheria fenomenale: ha suggerito di aumentare la tassa di successione, quella che gli eredi già pagano sui lasciti del de cuius. L'idea brillante quanto una pozzanghera servirebbe allo scopo di istituire un fondo cospicuo per fornire di una dote coloro che compiono 18 anni; non si sa bene per quale motivo si debbano finanziare dei giovanotti mantenuti per lo più dai genitori. Una scemenza così non era mai venuta in mente a nessuno. È vero che per merito di Berlusconi la tassa di successione in Italia è tra le più basse del mondo occidentale. Si dà però il caso che il calmiere fiscale introdotto dal Cavaliere quando era premier fosse finalizzato a compensare le eccessive imposte generali pagate dai cittadini.
Quindi il balzello che piace a Letta è destinato soltanto a inasprire i tributi che siamo obbligati a versare allo Stato sotto varie voci. Se un simile provvedimento diventasse legge il risultato finale sarebbe quello di appesantire in modo ulteriore la quantità di denaro prelevato dalle tasche del popolo. Bella fregatura. Crediamo che Draghi se ne guardi bene dal dare retta al suggerimento del professorino rientrato in politica dal buco della serratura. All'ex docente rammentiamo che un padre e una madre, i quali nella vita hanno accumulato un discreto conto bancario, su ogni euro depositato hanno già versato sotto forma di Irpef una notevole quota. Si tratta quindi di quattrini già tassati. Un delitto tassarli due volte qualora vengano donati ai figli. Identico discorso vale per gli immobili. Se io ho comprato un appartamento, l'ho saldato grazie al denaro guadagnato con il mio lavoro, sul quale sono stato costretto a consegnare all'erario una cifra importante sul lordo incassato. Obbligare i miei eventuali eredi a sborsare pure la tassa di successione è una forma differita di furto senza destrezza. Il progetto di Letta è qualcosa di ripugnante, non passerà. Nel caso passasse vorrebbe dire che il Pd e il governo sono peggiori della banda Bassotti.
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