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Lucia Azzolina, che finezza la scatarrata su Formigoni: ma chi sputacchia davvero sui cittadini onesti?

Azzurra Barbuto
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La classe non è acqua. Neppure quella di Lucia Azzolina, ex vertice del dicastero della Istruzione (ribattezzato della Distruzione quando ella ne era a capo), la quale martedì sera, ore 22:16, si è scatenata su Twitter contro Roberto Formigoni. Ma cosa ha fatto perdere la testa, e forse pure il sonno, alla pentastellata? Semplice: il Consiglio di Garanzia del Senato ha confermato a maggioranza (tre voti a favore e due contrari) la decisione assunta dalla Commissione contenziosa di restituire il vitalizio all'ex presidente di Regione Lombardia, condannato in via definitiva per corruzione.

E la cosa non va proprio giù ad Azzolina, la quale ha riportato la notizia ricorrendo a poetiche parole: «Come scatarrare sui cittadini onesti». Che linguaggio forbito! Immediati i commenti degli utenti che hanno accusato la grillina di «parlare come uno scaricatore di porto», invitandola a riflettere «su quanti soldi sono stati buttati via a causa della sua incompetenza». Il riferimento è in particolare ai banchi a rotelle, costati tonnellate di euro e rimasti inutilizzati.

 

 

 

 

A chi le fa notare che il linguaggio da lei usato non sarebbe «degno di un ex ministro», Lucia risponde sfoderando temerariamente il vocabolario, con il quale si fa scudo. «Treccani, lingua italiana, non è una parolaccia», sottolinea la deputata. Insomma, «patata bollente» per i cinquestelle è un insulto, «scatarrare» invece è un verbo gentile. Effettivamente, «scatarrare» - e qui ci tocca darle ragione - non costituisce una parolaccia, eppure non si tratta di un termine che ci si aspetterebbe di udire dalla bocca di un ex ministro quale Lucia Azzolina. Fu lei ad adoperarsi per combattere quello che definì «linguaggio dell'odio» e arginare «i tanti bulletti della politica che maneggiano i social come non dovrebbero e per qualche like in più sono disposti a buttare in pasto ai peggiori haters parole di odio», mentre i giovani «avrebbero bisogno di esempi, quegli esempi che spesso la politica non fornisce» (febbraio 2020).

Azzolina pretende di insegnare quello che per prima avrebbe necessità di apprendere. Peccato che a coloro che puntualizzano che Formigoni ha ottenuto di nuovo la pensione per una norma votata e voluta proprio dal M5s l'ex ministro preferisca non replicare. Il M5s, in effetti, approvò la legge 26 del 28 marzo del 2019 sul reddito di cittadinanza la quale, all'art. 18 bis stabilisce che non soltanto il sussidio grillino ma anche la pensione e qualsiasi indennità e vitalizio debbano essere riconosciuti pure a terroristi, a mafiosi e, appunto, a condannati definitivi, a meno che non abbiano eluso la pena, magari fuggendo all'estero, e non è certamente questo il caso di Formigoni, il quale in gattabuia ci è andato e non si è sottratto mai alla giustizia.

 

 

 

 

Dunque, i grillini fanno regole (e già questo dà i brividi) che nemmeno si ricordano, forse neppure leggono. Ci consola sapere che non solamente noi non abbiamo capito un fico secco di cosa diavolo stiano combinando da anni, bensì neanche essi stessi. Però sputacchiano, anzi scatarrano, un po' su tutti. Il tempo non ha scalfito l'arroganza che li caratterizza: il convincimento di essere bravi e soprattutto onesti, mentre tutti gli altri non sono che dei criminali, a cui non andrebbe attribuito alcun diritto. Giuseppe Conte, ex premier nonché ex avvocato del popolo, il quale non si definiva grillino ma che adesso è leader del M5s, con la sua consueta disinvoltura ha indossato immediatamente i panni del pentastellato per eccellenza. E su Facebook, a proposito della faccenda Formigoni, ha digitato: «Decisione che considero erronea, che trasmette un messaggio profondamente negativo per i cittadini, poiché mina il delicatissimo rapporto di fiducia con le istituzioni, tanto più in questo momento: il Paese sta faticosamente cercando di superare una drammatica pandemia, che ha fiaccato e messo in ginocchio moltissime attività economiche e creato difficoltà a tantissimi cittadini».

Che l'ex presidente del Consiglio ci faccia la lezioncina sulla relazione di fiducia tra cittadini e istituzioni fa alquanto ridere ove teniamo conto della circostanza che egli è il medesimo uomo che ha ostinatamente secretato i verbali del comitato tecnico-scientifico sulla base dei quali sarebbero state decretate rigorose misure restrittive e afflittive, limitanti le libertà costituzionali. Tuttavia, che Conte aggiunga che la pestilenza ha distrutto l'economia e ridotto alla canna del gas milioni di cittadini ci fa sbellicare ancora più forte. Caro Giuseppi, non è stato il corona ad ammazzare l'economia, sono state le politiche da te adottate per contrastare il contagio a produrre danni ingenti e oltretutto record di morti. Chi davvero sputacchia sui cittadini onesti?

 

 

 

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