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Mario Draghi, il sondaggio: elettori M5s delusi dal premier, piace di più a chi vota Giorgia Meloni

Arnaldo Ferrari Nasi
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Il 2 febbraio 2021, dopo quattro giorni di consultazioni esplorative nella gestione della crisi politica dovuta alla caduta del governo Conte 2, l'incaricato Robero Fico dovette riferire al Capo dello Stato che «allo stato attuale permangono distanze alla luce delle quali non ho registrato unanime disponibilità di dare vita ad una maggioranza». Subito dopo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dichiarava alla stampa di avvertire il dovere di rivolgere un appello «a tutte le forze politiche presenti in Parlamento» affinchè potessero conferire la fiducia ad un nuovo governo «di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica». Tutti aderirono, tranne Fdi.

È da dire che oggi, tre mesi dopo, in pratica, due italiani su tre ritengono che il governo Draghi sia, invece, proprio un governo politico, non tecnico o di unità nazionale. Negli elettorati il dato è ancora più evidente: non solo di quelli i cui partiti cono all'opposizione, come Fratelli d'Italia (82%); ma anche in quelli di chi lo sostiene, come il Pd (70%) o Forza Italia (79%). In verità, i risultati del sondaggio effettuato su un campione rappresentativo di 1000 italiani adulti, ci portano a dire anche come, per la maggioranza di essi, il 56%, il governo non rappresenti una grande discontinuità con quello precedente, inferendo, dunque, che l'«alto profilo» voluto dal Presidente, non sia così stato percepito.

 

 

 

Di nuovo, anche negli elettorati il dato è manifesto: tranne che nel Pd e non con un'ampia maggioranza (54%), in pochi vedono sensibili mutamenti. Da sottolineare che in antitesi ai Dem sono proprio coloro che con loro formano l'asse di sinistra, ovvero i 5 Stelle. Solo il 16% di essi ritiene il governo rappresenti un vero cambiamento rispetto a prima. Forse, quindi, ci si poteva attendere un dato non brillante sulla soddisfazione per l'operato dell'esecutivo, che infatti non raggiunge neanche il 49%, meno della metà. È certamente un periodo eccezionale, per cui le regole fin qui viste potrebbero non valere, ma Mario Draghi è in carica da neanche tre mesi e pare essere già scomparsa quella che in gergo viene chiamata la "luna di miele", ovvero i 100 giorni di fiducia che vengono concessi ai nuovi esecutivi.

 

 

 

Nonostante il Presidente del Consiglio sia una riconosciuta autorità di livello europeo, voluto da Mattarella in persona. Da notare, ancora una volta, i valori discrasici degli entusiasti piddini (70%) e dei delusi grillini (solo 26% di soddisfatti, dato inferiore a quello degli elettori di Fdi). Riassumendo. Un governo politico, non di unità nazionale, che non è neanche troppo differente da quello precedente. Un governo insoddisfacente, che crea differenze, inoltre, tra i due principali alleati che lo sostengono. Si dice che Draghi debba governare fino al prossimo anno, quando potrebbe essere eletto a Capo dello Stato, ma se il contesto che stiamo verificando dovesse procedere ancora, potrebbero esserci mutamenti di scenario anche prima.

 

 

 

 

 

*Direttore AnalisiPolitica

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