Il razzo cinese? Simbolo dell'oggi: ecco quali sono i limiti e i pericoli della scienza
L'ultima boiata: il razzo cinese che ha tenuto in apprensione l'Italia centrale, con l'invito a non uscire di casa, per evitare di essere colpiti dai detriti spaziali. Son caduti in India, a settemila chilometri di distanza; un piccolo errore di localizzazione geografica. Il caso del razzo cinese è interessante per capire i limiti della scienza, che in questi mesi ci è stata presentata come inattaccabile, non criticabile, onnipotente e autorevolissima. Se in una azienda qualcuno avesse sbagliato i calcoli di 7000 km avrebbe avuto forse qualche conseguenza.
È difficile ipotizzare scenari su ciò che non si conosce, l'universo è infinito e l'uomo è finito, piccolo e ignorante (soprattutto la parte più intelligente dell'umanità, che sa di non sapere), ma in questo periodo guai a criticare la scienza. Ieri Burioni, dopo un anno di palcoscenico, ha detto forse la cosa che avrebbe dovuto dire, in maniera più perentoria, anche nei mesi scorsi, e cioè che la scienza non sa niente di come evolverà la pandemia, inutile domandare, scrivere o leggere. Chapeau, ma troppo tardi, purtroppo; nel frattempo si continua con le certezze di cui nessuno capisce il senso, come la riapertura delle RSA ai parenti solo se vaccinati o con tampone negativo. Ma se tutti gli ospiti delle RSA sono stati da tempo vaccinati che senso ha chiedere un pass ai parenti se non quello di spingerli al vaccino, e non certo per la preoccupazione della salute degli anziani abbandonati da un anno con effetti catastrofici sui loro fragili equilibri psicofisici. Si è messa in moto una società e una economia malata, che avrà effetti devastanti per un lungo periodo.
Una economia fatta di disinfettanti, di mascherine, di filtri per respirare sotto le mascherine, di occhiali che non si appannano con la mascherina, di plastica, quella stessa plastica che fino a un anno fa era il male assoluto e che ora ci sta invadendo come mai nella storia senza che nessuno apra becco. È questo il futuro , il nuovo futuro che si prefigura, visto che nulla sarà più come prima, come ci han ripetuto alla nausea? Il Recovery Plan ha deciso come sarà il futuro, senza che nessuno abbia espresso una opinione. Qualcuno ha deciso che il futuro dovrà essere digitale, multietnico, inclusivo e integrato. E chissà cosa direbbero i cittadini di fronte a quesiti referendari su quel futuro. Si dà per scontato che questa evoluzione sia un bene per gli individui europei; che strana democrazia, che strano Recovery Plan; in un continente in cui le decisioni avvengono con tempi biblici, le regole del Recovery Plan son state velocissime, come se fossero già state pronte, mancava solo una pandemia per metterle in campo.
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