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Michael Schneider, il sensitivo che collabora con le polizie europee: "Dito sulla mappa e voce rivelatrice, così trovo gli scomparsi"

Silvia M. C. Senette
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«Ci avevano detto che il corpo di Peter era lì, nell'Adige, a breve distanza dall'aeroporto di Trento. A indicarlo era stato un veggente tedesco che già un mese prima aveva segnalato il punto esatto. Non solo, a febbraio lo stesso sensitivo aveva "visto" il corpo di Laura nei pressi di Ora dove, tre giorni dopo, è stato rinvenuto. Eravamo scettici anche noi e può sembrare assurdo, ma è quello che è accaduto ed è tutto a verbale, messo nero su bianco dai carabinieri». Anche la diffidenza dei più razionali vacilla di fronte alle parole di Gianni Ghirardini, cognato di Laura Perselli e Peter Neumair, i due coniugi scomparsi a Bolzano a gennaio e riemersi mesi dopo nelle gelide acque dell'Adige. Per il duplice omicidio è in carcere il figlio trentenne Benno Neumair, che non ha mai collaborato all'individuazione dei corpi dei suoi genitori. Ad aiutare le forze dell'ordine nelle estenuanti ricerche, proseguite per sedici settimane sui tratti trentini e altoatesini del fiume, è stato invece Michael Schneider, chiaroveggente di Siegburg, una cittadina tedesca poco distante da Bonn. Ex giornalista laureato in scienze politiche, 50 anni, il sensitivo affianca da quindici anni - nell'ombra e a titolo gratuito - gli inquirenti di tutta Europa per la risoluzione dei casi di cronaca più complessi. Più spesso, a contattarlo, sono i familiari disperati di persone scomparse senza lasciare traccia. Altre volte, come nel caso dei Neumair, il medium offre aiuto spontaneamente riferendo percezioni che non sempre vengono prese in considerazione.

 

 

MENTE SGOMBRA
«In Germania c'è ancora molta riluttanza, quando non un atteggiamento sprezzante, verso i veggenti a cui, invece, eserciti e servizi segreti di Stati Uniti e Russia si appoggiano per prassi - rivela Schneider -. All'estero ho aiutato a risolvere i casi di Yam Levy, la 23enne israeliana scomparsa, Iushra Gazi, l'adolescente bengalese ritrovata a Serla, Larissa Biber, assassinata dal fidanzato, e Gloria Albrecht, la 26enne del Vorarlberg svanita nel nulla dopo essere uscita per fare shopping». Il chiaroveggente tedesco si era messo a disposizione delle autorità internazionali comunicando le sue percezioni anche sul caso di Madeleine McCann, la bimba inglese misteriosamente scomparsa nel 2007 a Praia da Luz, in Portogallo. «Dalla Germania avevo identificato un tratto di costa con un'insenatura in Algarve e questa visione non mi dava pace - racconta il medium -. Purtroppo le forze dell'ordine portoghesi non hanno mai cercato Maddie in quella gola, ma successivamente alcuni escursionisti hanno trovato proprio lì un materasso, in una riserva naturale non accessibile in auto».

Le visioni, ammette Michael Schneider, non sono sempre infallibili («altrimenti mi chiamerebbero per predire l'andamento della Borsa», ironizza) ma «se la mente è sgombra da pensieri, le indicazioni che mi arrivano sono chiare e capisco subito se posso risolvere senza incertezze un caso. La sensitività è un dono divino: non si può imparare, ma si può perdere se si utilizza in modo improprio. Io stesso ho sperimentato l'assenza di percezioni in un periodo in cui sono stato troppo accecato dall'ego». Ci sono veggenti che hanno visioni, altri sentono voci o agiscono sotto "dettatura", guidati da energie esterne. «Le mie percezioni si basano sulla chiarudienza e la chiaroveggenza - spiega il cinquantenne tedesco -. Sono solo un "trasmettitore", come un ricevitore radio che veicola informazioni dal mondo spirituale a quello terreno. Avevo queste percezioni già da bambino, ma fino ai 19 anni non riuscivo a interpretarle. Dopo una grave malattia è diventato tutto molto più chiaro e negli ultimi anni questo dono è aumentato. Ma per conservarlo devo pregare, meditare molto e comportarmi in modo corretto. Questo mi rende molto sensibile ed esposto a livello emotivo, ma anche molto reattivo a rumori, odori e sapori».

 

 

Le informazioni sulle persone scomparse, spiega Schneider, gli arrivano dalla sua voce interiore. «Mi basta guardare una foto per sentire se quella persona è viva o morta. Raramente vedo immagini. Ma se voglio trovare qualcuno scomparso prendo una mappa e lascio che i miei occhi e le mie dita vaghino sulla cartina sempre più nel dettaglio finché si fermano su un punto preciso. Prima non mi occorre sapere molto del caso: solo il nome della persona, il luogo di residenza e l'ultimo di avvistamento».

«DENISE? INTROVABILE»
Non sempre le risposte che gli giungono sono facili da gestire. «Ho collaborato a molti casi ed è straziante vedere quanto i parenti soffrano per l'angosciante incertezza di non sapere cosa sia successo ai loro cari. Spesso non reggono al dolore e mi domando sempre quanto di quello che so sia opportuno rivelare. Scrivo lettere ai parenti e alla polizia e prego di sbagliarmi se la profezia è negativa: purtroppo la mia intuizione è quasi sempre corretta». A frenarlo sono soprattutto i casi che calamitano l'attenzione pubblica. Come quello di Denise Pipitone. «Non conoscevo la sua storia fino alla scorsa settimana, quando ho ricevuto tre lettere, due dall'Italia e una dalla Svizzera, che mi chiedevano di occuparmene - rivela il sensitivo -. Purtroppo ho avuto fin da subito percezioni nette e negative: quello che sento è che il caso non sarà mai risolto. Denise non verrà ritrovata e i colpevoli non saranno condannati. Non voglio ferire i parenti, ma vedo per loro una lunga, estenuante attesa, tanto più dolorosa se non sapranno lasciare andare il passato, per quanto sia difficile, e a cullare il ricordo di Denise con amore, pace e perdono».

 

 

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