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Coronavirus, i dati sui morti sono i più bassi da ottobre ma dal governo solo promesse sulle riaperture

Antonio Castro
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Riaprire? Sì ma quando? Come? E in che modo? Mentre la Spagna tenta il ritorno alla normalità, in Italia si ipotizzano i tempi di una progressiva riapertura. Nulla di imminente, però il calo dei contagi fa ben sperare. Ieri - stando ai dati diffusi dal ministero della Salute - sono stati riscontrati 8.292 nuovi casi di Covid. Ma i tamponi realizzati, come tutti i fine settimana, sono stati "solo" 226.006 (venerdì ne erano stati fatti 338.436), mentre l'indice di positività è tornato a crescere al 3,6% (era al 3% solo 24 ore prima). C'è da dire che nelle ultime 24 ore i decessi causa Covid sono stati 139, il numero più basso dallo scorso 25 ottobre, quando se ne registrarono 128. Resta il fatto che dall'inizio della pandemia in Italia sono state registrate 122.833 vittime. Come se in poco più di un anno fosse scomparsa una intera cittadina di medie dimensioni.

 

C'è di buono che la pressione sulle strutture sanitarie nazionali continua a diminuire. Scendono, infatti, i ricoveri in terapia intensiva, dove ci sono ora 2.192 persone (-19 da ieri), con 103 nuovi ingressi. Sono 15.420 i ricoveri ordinari (-379 da ieri), 3.604.523 guariti in totale (+14.416), 383.854 (-6.266). Bollettini sanitari a parte, è inevitabile che il dibattito politico continui ad orientarsi su questo tema. In settimana il governo dovrebbe definire il cronoprogramma delle nuove riaperture: dai matrimoni alle strutture sportive, dai ristoranti al chiuso ai centri commerciali nei weekend «Resistiamo ancora qualche settimana e riapriremo anche i locali la sera, anche al chiuso. Se continuiamo con questi numeri sui vaccinati», scandisce il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, «tra 15 giorni si potrà spostare il coprifuoco in avanti. Ora si può, possiamo allargare le maglie, prima i numeri non lo permettevano. Eravamo nel pieno della terza ondata». Sileri premette che «le regole bisogna continuare a rispettarle. Evitare assembramenti, tenere la mascherina. Non intendo al mare. Anche io la vorrei buttare, ma bisogna resistere ancora un po'. Stiamo andando incontro alla riapertura completa di tutte le attività, ma serve ancora prudenza viste le varianti».

 

Gli fa eco il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini. Che parla sì di «riaperture graduali», ma senza «abbandonare tutte le precauzioni, le mascherigli ultimi positivi ne serviranno ancora. La campagna vaccinale però va avanti e possiamo guardare al futuro con ottimismo e fiducia». Visto soprattutto che «la soglia delle 500mila dosi quotidiane è stata raggiunta». Resta l'ipotesi che alcune regioni possano tornare in fascia Arancione a secondo dell'indice Rt. Stando ai dati ieri sono state inoculate ben 23.829.080 dosi di vaccini. Ma in totale le persone vaccinate (ciclo completo) sono 7.336.412. E già scarseggiano alcuni tipi di vaccino (Pfizer nel Lazio e in Campania è esaurito). Per risultare vaccinati servono due dosi a distanza di 21 giorni per Pfizer, 28 per Moderna. Per Astrazeneca il richiamo va fatto tra 78 a 84 giorni dalla prima dose. Calendario di inoculazioni che si sovrappone su agosto, tradizionale periodo di ferie in Italia. Giusto l'altro ieri la cancelliera Angela Merkel si era detta ottimista. «Sono molto fiduciosa nel fatto che in generale potremo permetterci quello che non è stato possibile la scorsa estate», ha detto intervenendo in videoconferenza al Summit Sociale Ue di Porto. Ma senza vaccini nei luoghi di villeggiatura c'è il rischio che gli italiani debbano o rinunciare al vaccino "lungo" oppure alle ferie.

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