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Vittorio Feltri: "Toghe malate, quel silenzio tombale di Sergio Mattarella"

 Vittorio Feltri

Vittorio Feltri
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I pasticci della giustizia, ormai quotidiani, non sono comprensibili alla maggioranza dei cittadini, i quali comunque ne sono infastiditi, forse disgustati, avendo perso quasi completamente la fiducia nelle toghe, divise come sono da contrasti stupefacenti. Oggi pubblichiamo una intervista a Nordio, ex procuratore di Venezia, uomo probo, adesso - purtroppo - in pensione. Egli spiega con calma e senza astio tutto il marcio che rende la magistratura una categoria inaffidabile, quindi poco meritevole di stima. Le sue considerazioni disinteressate sono da leggere, invitano a riflettere sui motivi che fanno apparire poco seria l'attività dei tribunali.

 

 

La gente avverte sulla propria pelle il peso di certi scandali e si domanda perché la politica non provveda a dare una ripulita all'ambiente chiacchierato dei giudici, da troppo tempo travolti da sospetti. La vicenda di Palamara è emblematica. Il libro di Alessandro Sallusti che la narra per filo e per segno ha fatto un buco nell'acqua. Il volume ha venduto una montagna di copie, prova che il popolo non è indifferente al tema giudiziario. Nonostante ciò non c'è stata una sola autorità che sia intervenuta per compiere un minimo di chiarezza. Nemmeno il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pur essendo il numero uno della magistratura, ha fatto sentire la propria voce in materia, come se il marasma denunciato dal suddetto Palamara non lo sfiorasse affatto. In quale maniera si motiva codesta noncuranza riguardo a una questione tanto delicata quanto burrascosa? Non abbiamo parole, ma solamente parolacce.

 

 

L'importante è che a nessuno venga in mente di istituire una commissione parlamentare di inchiesta, l'ennesima inutile da quando esiste la Repubblica. Siamo tutti consapevoli che deputati e senatori sono capaci soltanto di parlare a vuoto. Intanto attendiamo un segnale dal Quirinale che non può sopportare ancora a lungo di assistere allo sfacelo in atto. Non ritengo debba intervenire in chiave poliziesca per porre ordine in un settore a dir poco allo sbando, tuttavia non è lecito neppure che esso taccia come corpo morto tace.

 

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