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Vittorio Feltri: i brigatisti rossi furono protetti perché popolari

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Sono passati molti anni, troppi, e la memoria purtroppo si è offuscata, ma non del tutto. Vari brigatisti rossi e generi affini sono stati arrestati in Francia dove erano stati accolti come prigionieri politici, grazie a una legge iniqua che a lungo li ha protetti. Ci si domanda ancora perché l'Italia, pur avendoli condannati legittimamente, non fosse mai riuscita a estradarli affinché scontassero la giusta pena. Difficoltà burocratiche e diplomatiche? Non scherziamo, gli assassini comunisti armati hanno sempre goduto in patria della simpatia dei compagni e ciò li ha agevolati, al punto da ricevere a Parigi e dintorni una accoglienza basata su una sorta di internazionalismo del movimento marxista.

 

Quando i criminali agivano dalle nostre parti e spargevano sangue senza requie, una buona fetta dell'opinione pubblica tifava per loro. Quando fu rapito Aldo Moro, mi trovavo per motivi di lavoro giornalistico in un cinema di Bergamo, ENAL, dove si svolgeva un convegno sindacale. A un dato momento sale sul palco un tizio della organizzazione e annuncia ai presenti che il presidente della Dc è stato sequestrato da un commando di terroristi scatenati, i quali, già che c'erano, avevano abbattuto la scorta del politico. Il silenzio nella sala fu immediatamente rotto da uno scrosciante applauso. Questo per segnalare il clima dell'epoca. La sinistra estrema non soltanto era di moda, godeva altresì di un massiccio appoggio popolare. Ecco perché fu relativo lo scandalo suscitato dall'uccisione del commissario Luigi Calabresi, avvenuta nel 1972 e caldeggiata in un comunicato pubblicato da un giornale e firmato da una pletora di cosiddetti intellettuali, di cui non facciamo i nomi per pietà, essendo trascorsi lustri durante i quali molti si pentirono di aver sottoscritto la pena capitale per il poliziotto.

 

Mi pare che questi brevi racconti siano sufficienti per comprendere in quale abisso fosse sprofondato il Paese allorché dominavano le falci e i martelli. La copertura di cui usufruirono i signori omicidi si spiega facilmente: essi erano tutelati sia a livello nazionale sia internazionale. La Francia, in particolare, offriva ospitalità a chiunque si fosse macchiato di un delitto a sfondo ideologico. Anche Battisti, del resto, in Sud America, ebbe un trattamento di favore che gli consentì di rimanere a piede libero per una vita. C'è poco da stupirsi se i brigatisti arrestati abbiano trascorso decenni Oltralpe senza che gli fosse torto un capello. Ci sono voluti il governo Draghi e in particolare la ministra Cartabia per fare tardivamente giustizia, e di ciò non possiamo che essere grati. Qualcuno prova pietà per Giorgio Pietrostefani, oggi settantottenne e malandato, e costretto a trascorrere l'ultimo tratto di esistenza in gattabuia, tuttavia non bisogna dimenticare che quest' uomo è stato il mandante della esecuzione di Calabresi, accusato senza prove di aver lanciato l'anarchico Pinelli dalla finestra della questura. Una imputazione fantasiosa che grida vendetta adesso come allora.

 

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