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Platinette a Pietro Senaldi: "Gli eterosessuali sono i veri discriminati. Anche i gay devono essere tolleranti"

Pietro Senaldi
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«È tutto molto fluido di questi tempi. Una volta, di fluido c'era solo il sapone, oggi c'è una gran confusione intorno a questo aggettivo, che poi è un trucco per giustificare l'ingiustificabile. Anche il Covid è fluido, infatti più se ne parla meno se ne capisce. L'Italia della pandemia è confusa, vittima di informazioni contraddittorie. Si ha la sensazione di essere in un mare in tempesta, il governo procede a tentoni e continua a cambiare le regole, ascoltando i virologi è impossibile elaborare un dato. E poi c'è questa cosa dei vaccini... Io ho 65 anni e ho potuto finalmente prenotarlo. Sono di Parma, vivo a Milano e mi faranno l'iniezione a Morbegno, in montagna, a più di due ore d'auto da casa mia».

 

 

Ognuno ha il suo destino, quello di Platinette è rivestire il ruolo dell'eretico. «Negli anni Settanta mi esibivo con un gruppo di travestiti da tregenda e mi tiravano addosso i pomodori al Festival dell'Unità, quando facevo la soubrette di periferia. Adesso che ho vinto la mia battaglia, che non è per il diritto di essere omosessuali, bensì per quello di essere come ti pare, perché è lì che alberga il vero concetto di pari dignità, il mondo omo mi mette in croce perché non mi piego al politicamente corretto e voglio potermi autodefinire "frocia" o "cagna" e dire che il mio massimo sogno erotico è conquistare un eterosessuale, che in quanto tale non mi si concederà mai». Il coraggio è come l'identità di genere per Maurizio Coruzzi, l'uomo di cui Platinette è l'alter ego, non ce lo si può dare. «Tutti siamo d'accordo che non bisogna picchiare un gay e che chi odia le minoranze è un essere abietto, ma non bisogna farne un dogma. Non serve una legge a stabilirlo, la cultura non è un atto normativo. Inserire l'identità di genere nei programmi scolastici è una violenza, perfino superiore a quella dell'utero in affitto, significa far prevalere una visione del mondo rispetto ad altre che invece hanno lo stesso diritto di esistere».

Chi promuove queste leggi sostiene che per tamponare un allarme sociale è necessario forzare in direzione contraria...
«Non ci sto. La sensibilità degli altri non si cambia con una normativa ma agendo e rischiando del proprio. Sono contrario alla legge Zan, vietare il dissenso è liberticida. Io ora vengo definito un gay omofobo. Come mi devo sentire, cosa devo pensare dei gay che vogliono cambiare la mia mentalità sui gay, quando io facevo le battaglie per loro prima che nascessero? Il martellamento ideologico non ha effetti positivi sulla società, è privo di valenza sui comportamenti delle persone».

Ma lei non soffre a essere considerato diverso?
«Facciamo l'intervista del dolore? Le regalo il mio momento di sofferenza. Poiché sono autistico, tutte le sere faccio delle dirette Instagram nelle quali canto e ogni sera vengo ricoperto di insulti da chi mi ascolta senza pagare il biglietto. Ne soffro e rispondo per le rime, ma nessuno potrà mai pagarmi tanto da farmi desistere dalle mie dirette».

Sono tempi duri per gli spiriti liberi?
«Anche qui il Covid è una cartina di tornasole. Non capisco il contenzioso sul coprifuoco, ho l'impressione che ci sia del moralismo in certe prese di posizione, addirittura del dirigismo. Perché i barbieri sono aperti e i ristoratori chiusi, come a dire che la loro attività ha meno valore? C'è un razzismo di genere delle chiusure. Con questi inviti alla delazione poi, mi pare di essere nella Germania Est, dove la libertà e il divertimento altrui suscitano rabbia e invidia».

 

 

Ma lei non ha paura di contagiarsi?
«Sì. Quando ho saputo di avere fatto una foto con un cameraman risultato poi positivo sono rimasta murata viva in casa due settimane in preda a una psicosi. Ma il punto non è questo, è che si fanno polemiche perché si è incapaci di risolvere i problemi».

Parla di Conte o di Draghi?
«Draghi è ostaggio dell'incompetenza dei partiti. Scambiamo la sicumera di certi ministri per capacità, ma Grillo ha truffato gli italiani, M5S è la sua commedia dell'assurdo meglio riuscita, non vero che chiunque può governare. Mi ricordo Beppe, quando faceva finta di andare contro una compagnia telefonica e invece le faceva pubblicità. È stato bravo a fare i soldi e ora fa l'anticapitalista e ci rifila spacciatrici di banchi a rotelle».

Ha visto il suo video a difesa del figlio?
«Io non ci credo che abbia perso la testa, a meno che non sia completamente deragliato. Per me era consapevole, ha cercato la reazione forte, ma così ha mandato a puttane tutto quello che va dicendo da anni. Che senso ha poi dire "arrestate me". Poteva dirlo dopo che aveva ammazzato tre persone con la sua auto, se voleva essere preso sul serio».

Sta con la Meloni, l'unica donna capo della politica, e per di più all'opposizione?
«Io sono omosessuale ma amo più le donne degli uomini, che ritengo degli accessori utili. Preferirei passare una serata con Barbara Alberti piuttosto che con il bellissimo fidanzato turco della Leotta».

E tornando alla Meloni...
«Credo che la Meloni in questo momento abbia il vento in poppa perché è la sola che, oltre alla faccia, mette anche le motivazioni sulle proprie decisioni. È la sola che ha preso una posizione chiara e incarna un concetto che sta alla base della democrazia: se c’è un governo, dev’esserci anche un’opposizione».

Dio, patria e gay? 
«Centrato il punto. Giorgia non può continuare a essere indifferente rispetto alle coppie gay: sono una realtà che esiste e lei deve fare un passo anche verso ciò che sente più distante, altrimenti continueranno a darle della fascista anche se l’unico fascismo in circolazione ormai è quello del pensiero unico incarnato proprio dai critici della Meloni».

Né con la Meloni né con il Pd, dunque...
«Letta non è nuovo a cariche istituzionali, ma nei suoi sette anni nel Tibet parigino doveva imparare di più. Insegnare all’università gli è servito a poco. Se vuoi i voti, guarda il Paese, rifugiarti nelle quote rosa o nello ius soli significa fuggire dalla realtà».

C’è parità oggi tra uomo e donna?
«È tutto un casino, fluido. Se le coppie di gay vogliono la parità, perché non si battono per l’adozione anziché ricorrere all’utero in affitto, che è un atto di violenza verso le donne? Ha ragione la Concia, donna di sinistra e sposata con una donna, ma capace di dichiarare che certe pratiche sono inaccettabili. È parità che un trans sfidi le donne alle Olimpiadi? Anche la natura ha le sue leggi». 

Il maschio è morto e il prossimo scontro ormai sarà tra donne e gay? 
«Tra donne e gay c’è un’alleanza cristallizzata. Il prossimo scontro, già in atto, è tra chi vuole una vita ordinaria e chi cerca visibilità e sale sul carro del pensiero dominante anche se non ci crede. Mi lasciano perplesso le battaglie di tutti questi vip a favore della legge Zan, secondo me non l’hanno neppure letta. Agiscono in branco, come chi assale un inerme».

Quindi non ritiene un progresso le leggi anti-omofobia?
«Il progresso apre le opzioni, non le chiude. Chi brucia le statue di Churchill o Colombo, sostenendo che erano razzisti, agisce in base a logiche e istinti primitivi. Il mio motto è “siate quel che siete, ma non rompete i coglioni al prossimo”. Così peraltro si è anche più rispettati. I veri discriminati oggi sono gli eterosessuali e chi li difende; ormai sono una razza in estinzione. Tolleranza significa avere compassione di chi non è come te, e questo è un problema che hanno pure i gay».

Adesso esagera...
«Parlo dell’eterosessuale di una volta, quello capace per tutta la vita di rapporti sessuali ordinari, in grado di tener vivo il desiderio senza mezzi alternativi. Sa che oggi l’articolo più venduto nei shop è il fallo di gomma?».

Sono in aumento le lesbiche?
«No, sono in aumento i mariti che si fanno penetrare dalla moglie per movimentare la routine del rapporto di coppia dopo decenni di matrimonio. Ma a me non colpisce l’atto in sé ma il fatto che chi lo pratica si senta moderno per questo».

Non ci sono più le amanti per praticare l’alternativa? 
«Ma il tradimento è sofferenza, le amanti sono destinate all’infelicità».

Il metoo ci ha parlato di una realtà diversa, l’uomo che sottomette con la forza la donna, non quello che le si sottomette...
«La maggioranza degli uomini ragiona solo con il pisello e le donne sono capaci di ogni sortilegio. Conosce il detto “il diavolo ha i calzini rosa”? Nel meetoo si sono confuse vittime e arriviste; c’è chi è stata abusata e chi il giorno dopo te l’ha raccontata diversa».

Lei vuole dare scandalo...
«La violenza sulle donne esiste e va combattuta duramente, però non credo che le ragazze che andavano nell’appartamento di Alberto Genovese fossero tutte delle povere rincoglionite. Bisogna avere il coraggio di responsabilizzare le donne, che non significa colpevolizzarle né giustificare le violenze. Però bisogna anche smetterla di sindacare per anni su quanto gli uomini siano terribili».

Viviamo tempi di grande ipocrisia?
«C’è un’ipocrisia buona, che è quella degli anni Sessanta, un compromesso tra apparire ed essere che permetteva a ciascuno di celare un pezzo di verità e mantenere l’equilibrio sociale. E poi c’è l’ipocrisia di Harry, che si faceva fotografare vestito da naziskin e ora fa il mammo antirazzista alla corte di Meghan».

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