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Filippo Facci, Beppe Grillo e il video sul figlio Ciro: "Opera buffa italiana, dall'Anm a Zingaretti"

Filippo Facci
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Gli attori recitano tutti bene, ma non è un dramma, né una tragedia, e neppure un teatrino della politica: è un'opera buffa all'italiana. Sono riusciti a costruire una perfetta opera buffa (breve, vuole la tradizione: speriamo) e questo attorno allo sfogo felice o infelice di un padre in difesa di suo figlio, che tutto sommato resta la cosa più seria di tutto l'intreccio: la meno seria, invece, resta la scomposta e autoassolutoria reazione del numerosissimo pubblico non pagante (perché a pagarla, per anni, saremo sempre noi, che grillini non siamo mai stati) che è un pubblico sicuramente composto in buona parte da grillini pentiti, gentaglia che ha trovato il pretesto inattaccabile per scaricare il disastroso equivoco da loro costruito in cabina elettorale.

Recita bene Beppe Grillo, che del resto è un professionista, un comico, e c'è da stupirsi che abbia impiegato tanto (due anni) per sfogare la sua comprensibile versione faziosa in un Paese faziosissimo: probabilmente è vero, pensava che avrebbero archiviato tutto e ciao, gli sembrava logico, pensava che la giustizia funzionasse per logica.

Gli unici appena fuori posto, forse all'apparenza seriosi nel contesto buffonesco, restano i magistrati di Tempio Pausania: che sono i più seri e discreti mai visti (non una dichiarazione, non una carta sfuggita, un ammiccamento al proscenio) e che se hanno impiegato così tanto tempo, per l'indagine preliminare su Ciro Grillo, è solo per la banalissima ragione che sono quattro gatti (forse tre) e avevano tanto altro lavoro da sbrigare. Non hanno dato precedenza al cognome famoso.

Hanno tirato dritto, se ne sono fottuti e sono andati avanti nonostante la stessa Magistratura nazionale li abbia sempre confinati con un organico sparuto e ridicolo: anche se ora, la Magistratura nazionale, si è impalcata e ha preso parola.

La nota - Ieri è arrivata l'Anm (la sputtanatissima associazione nazionale magistrati) e ha decretato che «le recenti dichiarazioni di Beppe Grillo sfiduciano il processo. È essenziale per la vita democratica del Paese che i processi, e quelli per violenza sessuale anzitutto, si svolgano al riparo da indebite pressioni mediatiche».


L'hanno scritta in una nota, questa roba. Insieme a quest'altro: «I magistrati di Tempio Pausania sapranno accertare i fatti con serenità ed equilibrio, garantiti dalla propria professionalità, nel rispetto dei diritti di tutti, degli imputati, che devono essere assistiti dalla presunzione di innocenza, e della denunciante, la cui dignità va tutelata».

 
Ma davvero? Sicuri? Oh: ma come faremmo senza i preziosi comunicati dell'Anm? Probabilmente avremmo pensato che i magistrati di Tempio Pausania non avrebbero accertato i fatti, che non sono sereni, che sono degli squilibrati, che non avrebbero rispettato nessuno, che la presunzione d'innocenza fosse stata abolita, e che la dignità di chi denuncia uno stupro fosse carta igienica.

Insomma, i magistrati di Tempio Pausania avranno tirato un sospiro di sollievo: temevano davvero che lo sfogo di un padre in difesa del proprio figlio potesse «sfiduciare il processo». Come se tutti i processi, in Italia, per quel che ne pensa l'opinione pubblica, non fossero tutti sfiduciati in partenza, da soli.

Per fortuna c'è la politica. Per fortuna che nelle prime file del teatrino, a fischiare l'opera buffa di cui sono parte, c'è una fila interminabile di politici che si conforma alla marmaglia dei grillini pentiti.

No, l'elenco non lo facciamo: forse ne avete già letto. C'è solo da aggiornare e aggiungere Nicola Zingaretti, che ieri su Rai1 ha detto: «Attenzione, le donne possono essere vittime due volte: vittime di violenza, ed è una cosa drammatica, e poi può esserci una seconda violenza, la solitudine o sentirsi accusate».

Ma tu pensa: non ci avevamo pensato. Serviva lo sfogo di Grillo per arrivarci. Con l'aiutino, magari, di averci governato insieme, a questo signor Grillo: ed è stata una discreta violenza - per noi - anche quella.

 
Ma a ben pensarci, domanda: l'opinione di Mario Draghi non l'hanno ancora sondata? Ci pare fondamentale. Qualcuno gli chieda, per favore, che cosa pensa del video di Grillo, e ci raccomandiamo: subito dopo la domanda al Mario nazionale, vogliamo una foto della sua faccia.

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