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Vittorio Feltri a Matteo Salvini: "Conviene riflettere". Bomba sul governo: ecco perché può davvero saltare tutto

Vittorio Feltri
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È in atto un movimento tellurico nel governo dopo il rifiuto di Salvini di firmare il decreto sulle aperture parziali previste per il 26 aprile. Il leghista pretendeva l'abolizione del coprifuoco, attualmente fissato alle 22, adducendo motivi buoni. Infatti il virus non è nottambulo, ma gironzola tutto il giorno e minaccia costantemente i cittadini non ancora vaccinati. Insomma il discorso dell'ex ministro dell'Interno non è campato in aria. Se un ristorante o un bar abbassano la saracinesca alle 23 anziché alle 22 che male c'è? Purtroppo il premier non ha sentito ragione e ha confermato la ritirata in prima serata per motivazioni oscure. Cosicché Matteo non ha approvato le superiori disposizioni.

 

 

Ciò non determina una crisi a Palazzo Chigi, tuttavia rivela un malessere nella maggioranza, che comincia a traballare come noi di Libero avevamo previsto allorché l'esecutivo fu istituito con l'appoggio poco rassicurante del Carroccio. La cui presenza in una maggioranza composta prevalentemente dai partiti di sinistra, suonava stonata. Ovvio che prima o poi ci sarebbe stato un incidente data la diversità di vedute tra Matteo e i leader delle altre forze politiche. Così è stato. Può darsi che la frattura possa essere ricomposta, però il segnale è comunque limpido: nel Consiglio dei ministri manca l'amalgama necessario per amministrare il Paese in armonia. In pratica sta succedendo quello che temevamo, cioè una breve vita dell'esecutivo considerata la problematica convivenza tra partiti troppo diversi tra loro, i quali in un recente passato avevano manifestato un alto livello di litigiosità che legittimava il dubbio che non fossero in grado di allearsi.

 

 

Così è, e gli attriti in futuro saranno maggiori dal momento che una lite, come le ciliegie, tira l'altra. Nel nostro piccolo avevamo avvertito Salvini, sconsigliandogli di mettersi in società con il Pd, col quale la Lega non ha nulla da spartire né può sperare di trovare un accordo, visto che il gruppo adesso guidato da Letta ha fatto di tutto per trascinare il Capitano in tribunale per via della famigerata nave piena di migranti. Il quale Capitano, quando gli scrissi che non era il caso si ponesse al servizio di Draghi, mi rispose che non avevo capito la sua mossa strategica, in realtà era lui che non aveva compreso il pericolo cui andava incontro. Oggi la sua permanenza nella maggioranza sarà complicato gestirla come egli si era illuso di poter fare. Tra l'altro segnalo che la Meloni e i suoi Fratelli d'Italia, essendo all'opposizione, guadagnano quotidianamente consensi e sono sul punto di giungere in vetta alla classifica dei gradimenti. Conviene riflettere.

 

 

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