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Carlo Giovanardi: "Insulti a chi critica il ddl Zan. Repubblica ci ricasca, querelo Francesco Merlo"

Carlo Giovanardi

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Nell'aprile del 2011 il sottoscritto, titolare, nel governo Berlusconi, delle Politiche Familiari, fu oggetto di un "articolo" di Francesco Merlo su Repubblica, ed apostrofato quale «energumeno» e «picchiatore». Seguirono nell'ordine querela, rinvio a giudizio di Merlo per diffamazione, in concorso con l'allora Direttore di Repubblica Ezio Mauro e con l'Editore, e successiva remissione della querela, a fronte del versamento di una somma a titolo di risarcimento (8.000 corrisposti direttamente dall'Editore) e di una lettera di scuse di Merlo a me indirizzata: «Con tale pubblicazione non ho inteso offendere la Sua reputazione personale, ma soltanto contrappormi con efficacia alla Sua passione politica. Mi auguro che la presente possa chiarire ogni malinteso sorto a seguito della cennata pubblicazione, La saluto cordialmente».

La scorsa settimana di nuovo il Merlo, rispondendo ad una lettera su Repubblica, mi qualifica come energumeno e vigliacco per avere il sottoscritto espresso contrarietà al disegno di legge Zan. La richiesta di rettifica al direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, è caduta nel vuoto ed il Merlo, anziché scusarsi, domenica su Repubblica rincarava la dose, rendendo a questo punto inevitabile il ricorso all'Autorità Giudiziaria.

 

 

Ma quello che trovo sconvolgente nella risposta del Merlo sono le macroscopiche bugie che riesce a scrivere in poche righe. Il Merlo fa esplicito riferimento a «offese terribili a Stefano Cucchi»: evidentemente non sa o fa finta di non sapere che il Gip di Roma, peraltro su richiesta dello stesso p.m., ha archiviato due anni fa la denuncia della famiglia Cucchi nei miei confronti.

Il Merlo prosegue facendo riferimento ad una presunta crisi diplomatica con i Paesi Bassi, che il sottoscritto, da ministro del governo Berlusconi, avrebbe causato, accostando Hitler e in nazisti con le pratiche olandesi relative all'eutanasia. In realtà le mie critiche furono esplicitamente dirette al protocollo di Groningen, che permette in Olanda la soppressione dei bambini la «cui vita non è degna di essere vissuta», critiche che anche oggi ribadirei con orgoglio.

 

 

Ancora, il Merlo mi accusa di aver detto che nei Paesi dove le coppie gay possono adottare è scoppiata la compravendita di bambini e bambine. Poiché anche il Merlo a Parigi, dove mi dicono risieda, può leggere i giornali, non gli sarà sfuggito che in quei Paesi, sborsando dai 100mila ai 200mila , a seconda della "qualità" dell'acquisto, si possono "ordinare" bambini o bambine (a seconda delle preferenze) sulla base della infame pratica dell'utero in affitto.

Ma quello che mi fa più imbestialire è l'ennesima riproposizione di una falsa ricostruzione, smentita poi direttamente dall'Ansa, per la quale il sottoscritto avrebbe equiparato il bacio di due donne in pubblico al fare pipì per strada. Si tratta di una manipolazione di una mia affermazione pronunciata durante un'intervista radiofonica, in cui mi limitai, con riferimento al bacio gay in pubblico, ad osservare che tutti i comportamenti di effusioni in pubblico (irrilevante se gay, etero, se tenuti da marito e moglie) devono essere moderati e devono, o meglio dovrebbero, tener conto del luogo, delle circostanze e di chi in quel momento osserva. La maliziosa intervistatrice radiofonica pensò bene (anzi male ) di cancellare tutto il ragionamento e collegare direttamente fare pipì per strada con bacio gay insistito in pubblico. Prendo atto che per aver sostenuto legittime opinioni, e malgrado il ramoscello d'ulivo offerto a Repubblica, il Merlo persiste negli insulti e mi definisce energumeno e vigliacco. Evidentemente ci rivediamo in Tribunale.

 

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