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Earth Day, "un'alternativa a Greta Thunberg": quando difendere l'ambiente è di destra

Gianluca Veneziani
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Gli ambientalisti, soleva dire qualcuno, sono come le angurie: verdi fuori, rossi dentro. Quest' associazione cromatico-politica ha a lungo trovato terreno fertile nel nostro Paese, con ricadute anche recenti. Oggi tuttavia è tempo di smentirla, anzi di ribaltarla. Urge cioè svincolare il verde dal rosso sinistro e dal giallo grillino-gretino. E restituirlo al tricolore identitario, patriottico e conservatore, di cui è parte integrante. Consentire insomma la svolta verso un conservatorismo verde o un ambientalismo di destra. È con questo spirito che va festeggiata oggi la Giornata della Terra, appuntamento che finalmente trova in Italia l'attenzione di un ampio fronte orbitante attorno al mondo conservatore. Questa mattina Fratelli d'Italia organizzerà a Roma la conferenza «Conservatorismo Verde. Idee e progetti per una ecologia di destra», con gli interventi di Giorgia Meloni, del responsabile del Dipartimento Ambiente ed Energia di Fdi, Nicola Procaccini, dell'agronomo Luca Sardella e dell'editore della rivista «Nazione Futura» Francesco Giubilei, già autore di Conservare la natura (Giubilei Regnani). La stessa «Nazione Futura» che ha appena pubblicato un numero speciale sull'argomento, «Conservatorismo verde. Perché non si può rimanere indietro nella sfida ambientale». La festa della terra dello scorso anno. Persone passano davanti a una scultura del globo terrestre al Thea' s Park di Tacoma, nello stato di Washington.

Ricaduta politica - L'adozione del tema e la «creazione di un'agenda verde di matrice conservatrice e identitaria», come la chiama Giubilei, ha indubbiamente una ricaduta politico-elettorale: significa evitare di lasciare questa battaglia alla sinistra e all'ambientalismo di Greta e 5 Stelle e di perdere consenso tra i giovani, che hanno a cuore la questione, e anche tra l'elettorato delle campagne. Ma la battaglia è anche coerente con i fondamenti storici e teorici della destra (il conservare e il tramandare, il richiamo alla civiltà contadina) e con l'insegnamento di grandi intellettuali riferibili a quell'ambiente culturale, da D'Annunzio a Jünger a Scruton. Un conservatorismo verde, però, non può che partire da presupposti e perseguire fini diversi rispetto a quelli dell'ambientalismo di sinistra. Deve muovere da una considerazione non pagana dell'Ambiente come divinità da venerare, quanto da una visione cristiana della Natura come Creato, e quindi lascito di un Creatore trascendente. L'albero ne è il simbolo fisico e insieme metafisico: più si hanno le radici piantate nella terra più si svetta verso il cielo. Ciò implica un ruolo totalmente differente dell'uomo nel rapporto col verde: l'essere umano, nella prospettiva dell'ecologismo di destra, diventa non più distruttore dell'ambiente, una figura quasi da eliminare per salvare il pianeta; ma, al contrario, il suo principale custode nonché il più alto rappresentante del Creato di cui è parte la Natura. Pertanto una vera ecologia, come notava Giovanni Paolo II, non può non essere in primis un'«ecologia umana», attenta al rispetto della vita dell'uomo.

Realismo - Un’ecologia di destra, poi, non è ideologica ma realistica: prima di ambire a «salvare il pianeta» (cui è connesso il catastrofismo per cui «il pianeta sta bruciando»), cerca di concentrarsi sul locale, di custodire i territori, di preservare la natura nelle singole comunità. Con questo sguardo identitario essa risale al senso profondo dell’ecologia che è, etimologicamente, correlata all’òikos, alla Casa, quindi a ciò che per eccellenzaè proprio, vicino,familiare. Così come riscopre il legame linguistico, simbolico e sostanziale tra Natura e Nazione, entrambe connesse alla Nascita, a ciò che è originario e sorgivo. Ma un conservatorismo verde è anche quello che non persegue gli intenti utopici e autolesionistici della decrescita felice e del ritorno allo stato di natura; esso cerca piuttosto una compatibilità tra ecologia ed economia, sulla base della convinzione che il profitto non sia nemico dell’ambiente, ma che al contrario la civiltà dello sviluppo sia quella più in grado di prendersi cura della Natura (attraverso investimenti e sofisticate tecnologie) e che la tutela della Natura possa diventare a sua volta un buon affare per le imprese che investono nel verde. È quello «sviluppo sostenibile come antidoto al gretinismo», di cui parla Giovanni Sallusti nel suo intervento su «Nazione Futura». Con questo approccio l’ecologismo di destra riesce a essere a misura di uomo, di Dio e di Natura, trovando un equilibrio tra Creatore, Creature e Creato e celebrando la forza che lega quei tre elementi: la conservazione e la perpetuazione della Vita.

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