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Coronavirus, Paolo Becchi attacca: "Lockdown e numero di morti, la verità che ci nascondono. Draghi ha letto questo studio?"

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"Da più di un anno in Italia si continua con i 'lockdown' e persino con i coprifuochi - ora grazie alla Lega un pochino attenuati - copiati dalla Cina, anche se nel Wuhan stesso sono cessati l’8 aprile dell’anno scorso. I “dati” però di cui parlano gli esperti, e purtroppo anche il presidente Draghi, non forniscono alcun supporto a questa politica mirata a tenere chiusa in casa la popolazione, perché la mortalità per chi lavora e studia è normale (e peraltro è sempre stata normale) . I “dati” mostrano che sotto i 65 anni di età non c’è mai stata in Italia una vera emergenza, perché tutto l’aumento di mortalità era ed è anche oggi sempre sopra i 65 anni" scrivono Paolo Becchi e Giovanni Zibordi su Affaritaliani.it.

Becchi e Zibordi sostengono la loro tesi sulla base dei dati elaborati dal gruppo dell'Università di Stanford, coordinato dal Premio Nobel per la Chimica e docente di Biologia Computazionale Michael Levitt. "Draghi conosce questo studio o sente solo i nostri virologi televisivi e il CTS che ripete le stesse cose?" si domandano i due esperti. "Come si può vedere l’aumento di mortalità c’è stato in primavera scorsa e in novembre-gennaio quest’anno solo sopra i 65 anni. Il virus c’è stato e ha fatto i suoi danni. Ma è altrettanto evidente la fascia della popolazione che è stata colpita: quella anziana e pensionata. Di questa, dunque, ci si doveva e deve preoccupare. Per tutti gli altri, che sono circa 44 milioni su 60 milioni in Italia, i bambini e giovani e tutti gli adulti che lavorano, non c’è mai stato e non c’è ora nessun problema di mortalità in eccesso. Questi sono i “dati”, quelli della scienza" affermano Becchi e Zibordi.

 

 

 

"Inoltre ora si può anche vaccinare e le case farmaceutiche riportano una efficacia intorno al 96%, per cui una volta vaccinata la popolazione sopra i 65 anni, non esiste più nessuna ragione per tenere in gabbia tutti gli altri italiani" proseguono "Non ha senso continuare ad impedire ai giovani di andare a scuola (Draghi ha fatto bene ad aprire), all’università (dove invece mancano ancora disposizioni del governo e non si capisce proprio perché esse con i prof vaccinati debbano continuare ad essere chiuse), non ha senso bloccare interi settori economici, visto che non c’è mai stato e non c’è un problema di mortalità eccessiva per giovani e adulti. La Covid-19 colpisce gli anziani sopra i 65 anni. I dati sono questi, la mortalità è aumentata in Italia in modo significativo (circa il 12%), ma solo sopra i 65 anni. L’Istat stesso nell’aggiornamento pubblicato il 26 marzo scorso, e che calcola i dati di un anno interno, ha mostrato che sotto i 50 anni la mortalità è addirittura diminuita".

Il 98% dei contagiati non muore e la mortalità della malattia virale è stimato allo 0,15% nel mondo, il che vuol dire 1,5 decessi ogni 1,000 contagiati. In Italia è stata invece oltre dieci volte la media mondiale, intorno al 2%, il che vuol dire 20 decessi ogni 1,000 contagiati. Ma "se i dati italiani sono attendibili bisognerebbe aprire una Commissione d’inchiesta per sapere come mai da noi ci siano stati così tanti decessi rispetto ad altri paesi e se ci siano responsabilità (anche penali) del Ministro della Salute nella gestione dell’emergenza. Perché non si sono fatte le autopsie, perché le cremazioni forzate? Perché l’ostinazione nel non voler riconoscere le cure? E si potrebbe continuare" punzecchiano il professore e l'economista. 

 

 

"Parlando solo di “contagiati” o di tamponi positivi si offusca il fatto essenziale: statisticamente i morti in eccesso sono solo oltre i 65 anni.  Se di Covid morissero bambini, giovani e adulti tutta la popolazione sarebbe a rischio. Ma non è così. Il dato che i virologi della televisione non vogliono mai citare è il totale dei morti in eccesso degli anni passati. Ma se lo si esamina, si vede subito che la Covid-19 è un problema che riguarda una fascia di meno del 15-16% circa della popolazione" sostengono Becchi e Zibordi e concludono "Oggi per gli over 65 anni ci sarebbero anche i vaccini, anche se Speranza (e chi se non lui?) non ha voluto cominciare proprio da loro, quando invece avrebbe dovuto offrire subito a tutti gli anziani la vaccinazione in via prioritaria. Come che sia, i “dati” mostrano soltanto una cosa: lockdown e coprifuochi non servono a niente". 

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