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Open Arms, i complici della persecuzione contro Matteo Salvini: chi censura il leghista per aiutare i magistrati

 Matteo Salvini

Renato Farina
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Morta lì e pure sepolta a ritmi di funerale islamico: 24 ore dopo, la scopa della censura ha spazzato via la realtà di una sentenza. Stava per scapparmi un aggettivo consumato e pure con il punto esclamativo: incredibile! Ma no. Normale in Italia. Da quasi trent' anni l'apparato unico di magistratura-politica-media rotola come un masso sul corpo della nazione e schiaccia il respiro della sovranità popolare. È un Moloch che esibisce una maschera democratica, ma ha la zampa ungulata da regime sudamericano, però fattosi furbo. C'è bisogno di spiegare a cosa ci stiamo riferendo? Forse sì, perché se siete reduci come il sottoscritto dalla visione di qualche Tg o dalle rassegne stampa con le prime pagine degli ex grandi giornali, c'è da togliersi il catrame dagli occhi.

 

 

In Italia la magistratura ha sferrato sabato un colpo alla schiena del leader del partito che oggi in Italia gode del maggior consenso, ne ha stabilito il processo imputandogli un reato gravissimo per un atto politico compiuto da ministro, con il consenso del governo, eppure la notizia è già sparita. Il fatto esiste, la ferita è uno squarcio nella pancia della democrazia, ma non si trova una protesta, un rigo, una frase sulla prima pagina di Corriere, Repubblica, Stampa, caratteri cubitali della menzogna dominante del Quotidiano-Tg-Unico è senz' altro quello di un romanzo della nostra giovinezza: "Dimenticare Palermo" di Edmonde Charles-Roux, da cui Francesco Rosi trasse un film. Il tema è la mafia della droga. Anche qui la metafora è perfetta. Ma non riusciranno a narcotizzarci. Qui esibisco alcuni temi che dovrebbero indurre a sollevare una polemica civile, e magari spingere qualche Emile Zola ad un J' accuse. Chessò uno di sinistra, una toga di Magistratura democratica, persino in pensione va bene. Occorre qualche inaspettato eroe civile. Oltretutto questo torto non tocca solo il cittadino Matteo Salvini, ma il presente e il destino della nostra democrazia. Esagero? Alcuni temi, senza pretesa di esaurire la gamma degli argomenti, sono una lacerazione della buona fede su cui può reggersi la coesione sociale più che mai oggi necessaria.

 

 

QUATTRO DOMANDE - 1) Fatto salvo che la falla all'onesta è stata prodotta dal voto al Senato che ha messo un ministro dell'Interno nell'esercizio delle sue funzioni vocitate dal Parlamento nelle mani della magistratura. Com' è possibile che non si prenda atto, dopo l'uscita del libro "Il sistema" (Palamara-Sallusti), dell'inquinamento pesantissimo da parte delle correnti politiche della magistratura l'indipendenza del giudice naturale Luigi Patronaggio, procuratore ad Agrigento, spingendolo a dare addosso a Salvini a prescindere dai fatti?

2) Come diavolo è possibile che per i medesimi atti, semplicemente decisi a qualche chilometro di distanza, Salvini sia a Catania ampiamente prosciolto dal Procuratore della Repubblica e a Palermo mandato a processo dal Gip su accuse quasi da ergastolo imputate da un procuratore delle medesima (?) Repubblica?

3) L'avvocato Bongiorno ha ampiamente dimostrato la totale collegialità delle scelte riguardo al trattamento riservato alle navi ong da cui il supposto reato. Perché il premier Giuseppe Conte, il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, la ministra della Difesa Elisabetta Trenta? Com' è possibile una simile trascuratezza della verità?

 

 

4) La ministra dell'Interno (Conte 2 e Draghi) Luciana Lamorgese ha praticato, usando circonvoluzioni amministrative, un trattamento di clausura assoluta dei presunti profughi, anche qui come illustrato in Tribunale dalla Bongiorno. Come si spiega non sia oggetto di alcuna indagine? Meglio così. Ma perché l'aggressione a Salini? Come diceva Renzo Arbore: meditate, gente, meditate. Mi fermo. Non servirà a nulla, anche se mi auguro di essere smentito. Pongo un'altra questione. Le citate testate silenti hanno una linea a sostegno del governo Draghi. È evidente che il caso Salvini, come quello Speranza, pongono problemi per la tenuta della maggioranza. Non si fa il bene né del governo né del Paese se si cerca di nascondere gli elefanti sotto un tappeto di silenzio. Senza verità, o almeno la ricerca leale della stessa, non esistono né giustizia né democrazia. Vale per la politica, e per il giornalismo.

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