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Agorà, Pietro Senaldi e le riaperture: "Decisione politica, non razionale. Speranza completamente inadeguato"

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Aprire ora? Una decisione politica, non razionale. Lo sottolinea Pietro Senaldi, direttore di Libero, ospite di Luisella Costamagna ad Agorà su Rai3. "Dietro le decisioni c'è sempre la politica - sottolinea Senaldi -. Le tensioni di questi giorni sono figlie di un anno in cui è stato gestito tutto male e in cui l'emergenza ha toccato alcune categorie, che sono state criminalizzate, e altre no. La classe dirigente ha fallito di fronte al virus".

 

 

 

 

"Ricordo i runner - prosegue il direttore di Libero -, che poi si è dimostrato che non portano nessun contagio, poi i ristoranti perché lì la gente va a divertirsi. E ora apriamo le scuole?". L'accelerazione voluta dal premier Mario Draghi, anche su pressione della componente di centrodestra della sua maggioranza, sta trovando l'opposizione di sindaci e governatori di regione, preoccupati non tanto dai contagi nelle strutture scolastiche, ma dei focolai sui mezzi di trasporto e all'esterno delle stesse scuole. Insomma, tutto come lo scorso autunno, prima del secondo lockdown. "A settembre c'erano 10 morti al giorno, oggi 400 ma noi le apriamo nelle stesse condizioni di settembre, con 30 volte i morti, e le apriamo ancora di più - sottolinea Senaldi -. Sono decisioni politiche, non c'è nulla di razionale. Dobbiamo ammettere che la classe dirigente ha fallito su tutto di fronte al virus, dal punto di vista economico, sanitario, dei vaccini. Un fallimento totale".

 

 

 

 

 

"La prossima volta ci sarà lei e sarà un successo", provoca Claudia Fusani, giornalista di Tiscali.it e Riformista. "Se mi candiderò e la gente mi voterà, mi prenderò le responsabilità, ma ora non è giusto che io me le assuma al posto di chi è pagato per farlo - è la constatazione lapalissiana di Senaldi -. Abbiamo un ministro come Roberto Speranza che è rimasto attaccato al potere pervicacemente, pur essendo completamente inadeguato, a dispetto dei santi. Io senz'altro non farei meglio di lui, ma di certo in Italia, terra di luminari della medicina, c'è gente che di questo virus capisce più di Speranza".

 

 

 

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