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Principe Filippo, il re delle gaffe protetto dall'humor inglese: ecco come si è sempre "salvato"

Caterina Maniaci
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Anno 1967. In piena guerra fredda al principe Filippo, consorte della regina Elisabetta, viene chiesto se gli piacerebbe visitare Unione Sovietica. Una domanda che presuppone forse qualche trabocchetto di tipo ideologico. Ma il principe, che già si sta conquistando una solida fama di uomo sarcastico, poco avvezzo alla diplomazia e incline alla gaffe risponde placido: «Mi piacerebbe molto andare in Russia, anche se quei bastardi hanno ammazzato metà della mia famiglia». La risposta consolida la "leggenda" del principe gaffeur. 

 

Per 74 anni Filippo di Edimburgo, al fianco della sua regina e da solo, ha preso parte ad oltre 22mila eventi pubblici. Le sue gaffe lo hanno caratterizzato come uomo sordo ai richiami del "politically correct". Perché alcune di queste battute oggi lo avrebbero fatto finire in un tritacarne mediatico. Bollate con il marchio dell'infamia sessista, razzista. Ma il senso dello humour britannico lo ha evidentemente protetto. Nel 1961 si fa notare per le parole pronunciate durante un evento allo Scottish Women's Institute, un ente di beneficenza che si occupa della conservazione delle tradizioni scozzesi. E Filippo sentenzia: «Le donne britanniche non sanno cucinare». 

Anche con i figli e i parenti il principe non ci va leggero. Nel 1974 viene sventato un piano per rapire la figlia Anna. Ecco il commento paterno: «Se quell'uomo fosse riuscito a rapire Anna lei gli avrebbe fatto passare l'inferno durante la prigionia». Nel 1988 il figlio Andrea gli parla del progetto della casa in cui vivere con la moglie Sarah Ferguson. L'augusto genitore non ha dubbi: «Sembra la stanza di una prostituta». Il razzismo, punto molto "sensibile" per l'opinione pubblica globale. Ed ecco come lo affronta Filippo. Nel 1984 è in viaggio ufficiale, insieme a Elisabetta, in Kenya e dopo aver accettato da una signora un dono, lui le domanda algido: «Sei una donna, vero?». 

 

Nel 2000 il principe è in Italia e l'allora presidente del Consiglio Giuliano Amato gli offre un pregiato vino italiano. Filippo non gradisce e infischiandosene anche del bon ton enogastronomico, implora: «Datemi una birra, non mi interessa quale, basta che sia birra». Coerente fino alla fine. Nel 2017, ha raccontato il Daily Mail, lungo la strada verso la chiesa di St. Mary Magdalene a Sandrigham, in compagnia della principessa Anna, nota un uomo con una folta barba, lo indica e chiede alle guardie del corpo: «Quello è un terrorista?». Ed è riuscito anche a prendere in giro la morte, in un certo senso. Aveva dichiarato, infatti, che non gli sarebbe piaciuto per niente vivere fino a cento anni, «come un rudere»: è morto prima di compierli.

 

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