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Vittorio Feltri su AstraZeneca: "Vaccino diffamato, addio immunità. Ha vinto il caos"

Vittorio Feltri
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Abbiamo una unica certezza: ha vinto il caos. Sulla vicenda di AstraZeneca nessuno ci ha capito niente. Prima hanno consigliato di iniettarlo ai giovani, poi i cervelloni della scienza hanno cambiato idea: meglio somministrarlo ai vecchi, considerati stracci, tanto è vero che sono stati trascurati ottantenni e perfino novantenni, lo dimostra la casistica. A forza di proclamare sciocchezze contraddittorie su questo vaccino, per lo più terrorizzanti (fa venire la trombosi), ormai la gente diffida del farmaco senza un autentico motivo. I dati statistici confermano che le vittime della puntura sono in quantità infinitesimale, ciò non dovrebbe spaventare.

 

 

Invece accade il contrario per una semplice ragione: la campagna mediatica contro AstraZeneca è stata martellante, ovvio che ora sia difficile rasserenare il popolo, il quale pertanto, in misura notevole, rifiuta il trattamento nel dubbio di lasciarci le penne. Hai voglia di ripetere che ogni medicinale può avere effetti secondari, perfino gravi. Anche l'aspirina talora è letale. Eppure nessuno precipita nel panico davanti a una pillola. Tutti bei discorsi, però vai a farli comprendere alle masse. La realtà è che a seminare la paura nei cittadini bastano due dichiarazioni espresse dagli esperti, mentre per rassicurarli ce ne vuole, non sono sufficienti mesi. Ecco perché se minacci un cristiano di sottoporlo al vaccino in questione questi fugge disperato. Chiedersi la causa di questo fenomeno è da ingenui o - peggio - da sprovveduti. Ciò significa che la campagna di immunizzazione, già in grave ritardo, sarà ostacolata dalla generale diffidenza.

 

 

Non mi sembra arduo ficcarsi in testa un concetto tanto elementare. E veniamo alle proteste dei lavoratori autonomi, esplose negli ultimi giorni. I quali domandano di riaprire i loro esercizi per ricavare il denaro con cui sopravvivere. Non hanno torto, poveracci. La Costituzione italiana recita che la Repubblica è fondata sul lavoro, poi il governo vieta di esercitare qualsiasi mestiere che non sia di tipo impiegatizio. Siamo in presenza di una incongruenza imperdonabile, tuttavia l'esecutivo non fa una piega: insiste con i divieti che andrebbero superati con la disciplina e l'osservanza delle regole igieniche.

 

 

Le manifestazioni di piazza, più che legittime, vengono contestate, qualcuno le accusa addirittura di fomentare disordini e aggressioni. Si ignora che eventuali violenze sono reati e vanno punite secondo la legge, mentre alzare la voce per le strade contro chi sta al potere è un diritto inalienabile. Draghi deve rendersi conto che l'unico modo per ripartire è vaccinare in massa i connazionali e liberarli dalla reclusione a cui sono stati condannati per oltre un anno. Onde procedere in questo senso bisogna dare retta al governatore del Veneto il quale aspirerebbe ad acquistare in proprio, non dall'Europa incapace, il siero indispensabile per risanare la Patria. Il resto è chiacchiera vana, tipica dei politici, i quali si illudono di essere bravi se parlano, a prescindere da quello che dicono e, soprattutto, da quello che sono effettivamente in grado di compiere.

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