Reddito di cittadinanza, il disastro M5s: l'unico effetto dell'assegno ai fannulloni? Aumentare la povertà
Più sussidiati ma più poveri. Il reddito di cittadinanza che secondo i grillini avrebbe dovuto cancellare la povertà, non solo è lontano dal centrare l'obiettivo, ma da quando è stato introdotto, nel 2019, si è registrato un peggioramento della situazione. A mostrare gli effetti sociali di reddito di cittadinanza, pensione di cittadinanza e reddito di emergenza è uno studio pubblicato sull'osservatorio Itinerari Previdenziali e condotto da Alberto Brambilla e Natale Forlani. A partire dal 1° aprile 2019, l'Italia ha speso per reddito di cittadinanza, pensione di cittadinanza e reddito di emergenza circa 13 miliardi di euro. A beneficiarne sono stati in tutto 4 milioni e 400mila persone, appartenenti a circa 2 milioni di nuclei familiari. Un impiego di risorse notevole che ha ottenuto però il risultato opposto rispetto a quello sperato: si registra un incremento delle persone in condizioni di povertà che ora sono 600mila in più rispetto alla stima Istat del 2019.
Tutto questo mentre c'è stato un calo solo marginale della povertà assoluta, scesa appena dell'1,6%. «Il divario tra la mole degli interventi mobilitati per i due interventi, circa 13 miliardi di euro, con la finalità di ridurre il numero delle persone in condizioni di povertà assoluta, stimate dall'Istat in circa 5 milioni nel 2018 è eclatante», scrivono Brambilla e Forlani nello studio. E a determinare l'inefficacia dei nuovi sussidi nel contrasto alla povertà sono diversi fattori. Innanzitutto l'Inps sta erogando gli aiuti sulla base delle dichiarazioni Isee autocertificate dai beneficiari. Dichiarazioni che nelle verifiche svolte a campione dalla Guardia di Finanza si sono dimostrate false nel 70% dei casi. Questo senza considerare che manca ancora la banca dati dell'assistenza, prevista anche dal Jobs Act nel 2015 e nessuna amministrazione dello Stato è in grado di dire «quante prestazioni assistenziali siano in capo a un soggetto».
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Tutto questo senza considerare il disallineamento fra la distribuzione territoriale dei poveri e quella di quanti incassano reddito e pensione di cittadinanza. Secondo l'indagine preliminare Istat relativa al 2020, le persone in stato di povertà assoluta si trovano per il 47% al nord, per il 16% al centro e per il 38% nel Mezzogiorno. Diversamente il 60% delle domande di reddito di cittadinanza accolte si trova al sud e questo taglia fuori in partenza molte persone realmente bisognose. Penalizzate dal sussidio grillino pure le famiglie numerose, in particolare quelle con almeno 3 figli a carico che nell'indagine Istat registrano la maggior incidenza di povertà assoluta. Mentre pesa pure l'esclusione delle famiglie di immigrati regolari residenti in Italia da meno di dieci anni.
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