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Chiara Ferragni e Fedez e il vaccino: insultano, ma devono ringraziare che la nonna è curata in Lombardia

Fabio Rubini
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Senza entrare troppo nel merito della vicenda che vede contrapposti i Ferragnez e Regione Lombardia a causa della mancata vaccinazione della nonna 94enne del rapper milanese, proviamo a mettere in fila un po' di dati. Questo non per voler difendere o attaccare qualcuno, ma per far capire alla coppia di influencer, che poteva anche andargli peggio. Se la nonna di Federico, per esempio, avesse avuto la residenza in Toscana, il vaccino l'avrebbe visto verso fine maggio, inizio giugno. Qui in Lombardia, invece, nonostante la continua e pressante campagna denigratoria, le cose per gli over 80 sono messe molto meglio che da altre parti. Diamo qualche numero, giusto per essere precisi. Punto uno: la tanto vituperata Lombardia è ai vertici nella classifica delle vaccinazioni degli over 90 (proprio la categoria della nonna di Fedez), visto che la prima dose è stata somministrata al 70% di loro (percentuale che sale al 100% se si parla dei soli ospiti delle Rsa), contro una media nazionale che è del 63%. Insomma la signora rientra in quel 30% non ancora vaccinato, ma che lo sarà entro la prossima settimana. Secondo punto: anche sul famigerato fallimento della campagna di vaccinazione degli over 80 ci sono numeri che contraddicono la vulgata. La Lombardia, infatti, in questa categoria ha superato la media nazionale. A ieri aveva immunizzato il 58% degli ultra ottantenni contro una media del 56,9%. La Toscana, giusto per restare in tema, è inchiodata al 44%. Insomma è chiaro che in Lombardia non tutto è andato bene, ma sinceramente, non è che nelle altre regioni si siano registrate performance da record. Poi, certo, un po' più di diplomazia da parte di tutti sarebbe servita. Che bisogno c'era di dire a una 94enne che aveva sbagliato a compilare un modulo? Nessuno. Per chiudere la polemica sarebbe bastato sventolare sotto il naso dei Ferragnez i numeri citati poc'anzi. Per contro ieri Fedez è tornato a parlare chiedendo a Fontana e Moratti di scusarsi. Anche in questo caso il rapper (e la moglie che da queste pagine abbiamo più volte difeso) avrebbe fatto meglio ad informarsi prima e a lasciare nel cassetto quei toni che in alcuni passaggi dei loro video ricordavano un po' il Marchese del Grillo, personaggio interpretato da uno straordinario Alberto Sordi, quello del «Io so' io e voi nun siete un c...». Un atteggiamento che non rende onore a una coppia di ragazzi che solo un anno fa, tra mille critiche ingiuste, hanno raccolto milionate per costruire un padiglione Covid al San Raffaele. E che di certo non hanno fatto quel video per "spingere" un loro caro a scapito di altri che hanno aspettato il loro turno. Del resto se non ci sono vaccini la colpa è mica di Fontana... sullo staff dell'Unità di crisi regionale che sarebbe stato inoculato prima del proprio turno, De Luca adesso parla apertamente della necessità di vaccinare subito gli immigrati, irregolari inclusi. Pronta la risposta a brutto muso della Lega: «È comprensibile - ha attaccato il segretario Valentino Grant - la preoccupazione sulle vaccinazioni ai clandestini, numerosi anche in Campania per la scellerata politica dei porti aperti cara al Pd del governatore. Ribadiamo tuttavia la necessità di dare priorità alla vaccinazione di anziani, disabili e persone fragili...».

Gemelli in affanno - Anche in una Regione come il Lazio di Nicola Zingaretti - realtà mediamente posizionata meglio delle altre (soprattutto sul tema degli over 80) - la situazione, scavando nei dati, non è tutta rosa e fiori e il trend, sia nelle vaccinazioni che per i ricoveri, sta mutando. Se negli ultimi giorni infatti, come ha snocciolato il quotidiano Domani, è aumentato il numero degli immunizzati nella categoria "altro" (sulla cui composizione non emergono i dettagli), complicato è ciò che sta avvenendo a Roma in uno dei centri più importanti: il Policlinico Gemelli. «La situazione è gestibile ma piuttosto critica. Stiamo vedendo un aumento dei ricoveri». A parlare è il direttore sanitario Andrea Cambieri, preoccupato soprattutto per il reparto di terapia intensiva: «Per quanto riguarda i pazienti Covid, è satura. Abbiamo 69 letti dedicati e sono tutti pieni».

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